“C’è da essere preoccupati. Dopo il sistema complesso della sanità c’è quello dell’istruzione, oltre un milione di dipendenti, oltre 8 milioni di studenti. Questa riforma non può che imporsi nel garantire la scuola, ma siamo certi che le regioni possano lavorare ugualmente bene e addirittura con maggiore efficienza?”.
Così è intervenuta Sandra Scicolone, componente dell’Associazione Nazionale dirigenti pubblici alte professionalità della scuola, nel corso del programma “L’imprenditore e gli altri” su Cusano Italia Tv.
Sandra Scicolone ha poi proseguito nel suo intervento specificando: “In questi mesi la scuola è attraversata dall’importante riforma della razionalizzazione della rete scolastica e del dimensionamento scolastico non c’è dubbio che ci siano delle regioni che abbiano reagito in maniera virtuosa e invece altre che non lo hanno fatto in nessun modo. Adesso i nodi stanno venendo al pettine e il dimensionamento ne sta uscendo in maniera particolarmente critica. La tendenza verso questa spinta centrifuga a noi non va bene, ma vogliamo un sistema che garantisca la vera unitarietà del sistema scolastico”
In merito alla polemica sulla possibilità che le regioni abbiano autonomia decisionale sul programma scolastico da attuare, Sandra Scicolone ha replicato dicendo: “Di fatto si potrebbero avere 20 sistemi d’istruzione diversi in Italia. Ci sarebbe un profondo impatto proprio sul sistema in sé, dal momento che si darebbe piena autonomia legislativa su aspetti che sono per noi cruciali, come la valutazione. In realtà non è corretto parlare di programmi nel sistema scolastico attuale non esistono più i programmi ma esistono delle indicazioni, delle linee guida. Proprio perché bisogna allinearle con l’autonomia scolastica, potrebbero verificarsi delle diversificazioni che rischierebbero di incidere sull’equità e sulla qualità dell’istruzione. Penso poi ad Agenda 2030 che parla di un sistema eco-inclusivo dell’istruzione, dove equità e inclusione dovrebbero essere garantiti in tutto il territorio nazionale. Affidare a 20 sistemi di istruzione diversi, che potrebbero avere persino norme generali differenti sui criteri di assunzione del personale, potrebbe generare una diversificazione talmente forte da far venir meno la focalizzazione sui veri problemi del sistema scolastico“.