“Io penso che dal 1945 a oggi, anzi anche prima, c’è sempre stata all’interno delle vecchie forze del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale, ndr) una specie di partita interna per chi dovesse assumere la leadership del movimento, ma non si è mai deciso nulla. Questo tipo di tentativo si trascina fino ai giorni nostri, tant’è che la gran parte delle forze che hanno contrastato la dittatura nazifascista non hanno protagonismo”.
E’ intervenuto così Fabio Rampelli (vice presidente della Camera dei Deputati ed esponente di Fratelli d’Italia) a Radio Cusano Campus nel corso de ‘L’Italia s’è desta’, programma d’attualità condotto dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e dalla giornalista Roberta Feliziani, in merito a un post da lui pubblicato su facebook riguardo la strumentalizzazione del 25 aprile in chiave politica.
E sul tema dell’antifascismo, Fabio Rampelli ha poi proseguito: “non capisco che cosa si voglia. La Presidente del Consiglio, per l’ennesima volta e non solo in occasione del 25 aprile, si è scagliata contro il fascismo così come esplicitamente riportato anche nel suo ultimo post, nelle sue più recenti dichiarazioni, e penso che questo debba essere sufficiente. E’ la parola antifascismo che fa incagliare il meccanismo, è un termine complesso, ma io penso piuttosto che sia importante dire che chi fa politica e rappresenta le istituzioni, rappresenta un partito, un movimento, una storia culturale diversa da quella della sinistra, dunque francamente non capisco questo accanimento su una parola in quanto tale. Nell’antifascismo militante per esempio si sono consumati eccidi, si sono uccisi ragazzi innocenti. Ancora oggi le persone che causano violenze dentro le università o nei centri sociali si richiamano a questa parola identificante. Il problema però rimane sempre lo stesso: non si riesce mai ad arrivare a questa data con uno spirito comunitario, di condivisione, perché si vuole tenere per sé questa festa e non condividerla con nessuno, non includere nessuno, non farla diventare la festa di tutti, anche di quelli per esempio che avevano i nonni da una parte oppure dall’altra, in cerca magari anche di una pacificazione storica. Eppure sia la destra si è emancipata dal fascismo e dal neofascismo, sia la sinistra dal comunismo e dal neocomunismo. È dunque una fase positiva e dovremmo viverla in quanto tale, perché è un fatto particolarmente rilevante e utile per il futuro dell’Italia questo strappo rispetto alle proprie radici”.
Infine sulle Elezioni Europee, Fabio Rampelli ha concluso: “sono elezioni decisive per il futuro dell’Italia e per il futuro dell’Europa. Mi auguro davvero tanti consensi per la coalizione di centro-destra perché se avremo la possibilità di giungere a Strasburgo e Bruxelles robusti, e non solo per il risultato italiano ma anche per i risultati delle compagini delle altre 26 nazioni europee, noi potremo modificare l’Europa, che ha bisogno di essere riformata in profondità. La Von der Leyen ha recentemente fatto delle dichiarazioni importanti relativamente la necessità di contrastare la concorrenza sleale cinese. Però questo principio va anche applicato all’interno dei confini europei: non si può consentire che ci sia concorrenza sleale all’interno dell’UE tra i vari stati membri. Se si stabilisce la libera concorrenza ma si accetta il fatto di mettere sullo stesso piano nazioni le cui imprese pagano il 50% delle tasse e nazioni che ne pagano il 14-15%, mi pare evidente che nel caso di una gara europea le imprese che fanno parte della nazione che ha le tasse più alte non vinceranno mai. E nel caso in particolare del comparto dell’energia o quello delle telecomunicazioni, si creerebbe una discriminazione autentica che rischierebbe di far dominare alcuni stati nazionali da altri stati nazionali con parametri economici diversi: anche questa è concorrenza sleale. Quindi noi dobbiamo puntualizzare che su alcune questioni l’Europa va riformata per offrire la possibilità di essere più autorevole, equa, solidale nei confronti degli altri popoli europei”.