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Post-it Vannucci

Il Post It: Io, la grappa e l’editore.

Ogni tanto mi concedo una pausa, malgrado l’amico editore continui a telefonarmi 3 volte al giorno accampando le scuse più disparate quando, in realtà, agogna un nuovo editoriale del tipo laddove infilo “le birbe alla berlina”, per dirla come il Poeta.

Da un paio di settimane ho staccato la spina ricordandomi del giornale quando sorseggio la gustosa grappa trentina, avuta in regalo proprio dall’editore, senza avvertire alcun senso di colpa beandomi della pausa e della grappa. Piccoli piaceri della vita e se non fosse per il parentame ed amici vari, sempre attenti ai miei scarabocchi per il piacere di criticare, me ne godrei ad libitum col desiderio di fermare pure la clessidra se mi fosse possibile.  La verità sta in questa noiosa realtà, poco o niente cattura la mia fantasia poiché tutto è un replay, un de ja vu trito e ritrito fino al diapason della sopportabilità mentale. Per lo meno quando determinati avvenimenti accadevano in passato avevamo tutti un ideale, oggi non godiamo più neppure di quello, sarà per questo vivo un qualsiasi accadimento politico con distacco. Capita a chi avverte di essere un orfano politico, ed io lo sono, maledico l’ideale che ieri m’illuse sopportando una vita di contorno.  Ti deludo, Editore, ma scrivere di cosa? Quanti ne abbiamo visti di prof politicizzati?

Al Liceo avevo l’insegnante di francese devota a Mario Capanna e così, prima di entrare in classe, si dedicava al volantinaggio fuori dall’istituto distribuendo volantini del PSIUP a chi cercava soprattutto il sei in pagella. Già parlavo il francese come l’italiano e strafottente le sfilavo davanti col Macchiavelli sottobraccio, un settimanale pisano fondato e voluto da Beppe Niccolai, mandando a quel paese lei e Capanna. Rigorosamente in francese, s’intende.  Quindi nessuna meraviglia se altri docenti avessero gentilmente accompagnato i propri pargoletti-alunni in un corteo non autorizzato, guardandosi bene dal farli desistere, ma intenti nel filmare con i telefonini la carica della Polizia piuttosto d’invitarli ad arretrare.  Repetita iuvant, dai volantini ai filmati è il passo del progresso, alla somma dei fattori il risultato non cambia. Cosa è cambiata, e cambiata in peggio, è quel che era un’eccellenza italiana invidiata in tutto il globo: la scuola. Abbiamo iniziato col togliere il Crocifisso dalle aule, comunque la si veda il segno della nostra identità culturale, continuando con l’abolizione del Presepe per poi togliere il maiale dalle mense scolastiche per non urtare la sensibilità altrui. Cos’altro aggiungere se non lo sgomento, al quale nessuna giustificazione di laicismo potrà lenire?  Infine, in alcune scuole, hanno abolito pure la festa del papà. Pure questa decisione è dovuta per non destabilizzare i figli di una relazione omosessuale, ovvero i famigerati genitore 1 e genitore 2. Passi pure questa. Ma chiudere una scuola per rispettare l’ultimo giorno del Ramadan islamico… Eh no, cribbio! Mettiamoci d’accordo: o la scuola è laica per tutti o non è per nessuno! La maggioranza delle classi sono composte da studenti islamici? Va bene. Quel giorno segneranno l’assenza giustificandola nel libretto delle assenze.  Occhio per occhio, dente per dente. Sta scritto pure sulla Bibbia. Ma poi… la scuola! Ma quale scuola? Quella con la q, ovvero da scrivere squola! Roba da sottolineatura da matita blu per almeno per 3 volte.

Un esempio? Provate a chiedere ai ragazzi delle medie inferiori, ma pure agli alunni di diversi istituti superiori, se conoscessero Carducci (primo premio Nobel italiano per la letteratura), Pascoli, Deledda (prima donna italiana nel vincere il Nobel per la letteratura), Foscolo… Non meravigliatevi perché risponderanno ch’erano attaccanti della Juventus, oppure, forse, del Milan.  Da anni amo ripetere che la Quinta elementare di mia mamma, una donna del 1922, sia disposto a giocarmela con qualsiasi diplomato dei nostri tempi sicuro di vincere.  Una fabbrica di ignoranti, questa è diventata la scuola italiana, provare per credere. Come ripeteva una vecchia pubblicità. In compenso parlano in inglese, conoscono i libri gender, e “studiano” Hanry Potter. Aiuto! Cos’altro dovrei scrivere, caro Raimondo, Editore dalla buona grappa?  Buona ma fin troppo alcoolica capace di confondere le idee. Qualcuno mi aiuti a capire questa nuova ondata di antisemitismo dilagata in Europa e, non ultima, in Italia. E’ tornato il Fuhrer? Gaetano Azzariti ha firmato delle nuove leggi razziali?  Alla Sapienza di Roma hanno impedito a David Parenzo di parlare poiché reo di essere un ebreo, ma in tutto il Belpaese la tensione contro i figli di Davide è da spia rossa d’allarme, tra bandiere israeliane bruciate in piazza e slogan da brividi, sono tornati i nazisti? Non pecco di presunzione nel pensare che non siano mai andati via, sotto la protezione della face e martello, non sono nazisti ma nei fatti non sono mai stati diversi. Al proposito, in questi giorni si fa un gran parlare di Ilaria Salis, la professoressa (eddai, sti professori!) prigioniera in Ungheria per avere tentato di uccidere alcuni manifestanti di destra a Budapest. Povera professoressina…  Uccidere un fascista, in Italia, non è un reato, ma in Ungheria si va in galera. Apriti cielo! Soccorso Rosso s’è immediatamente attivato, con le vesta del PD, candidando, così pare, la Salis a deputata europarlamentare.  Per merito di cosa attendo di sapere.

Corsi e ricorsi storici, dopo Haidi Giuliani è stata la volta di Ilaria Cucchi, adesso tocca all’altra Ilaria, la Salis, congiunta con le altre per “meritocrazia” sinistra.  Sorbiamoci pure questa e andiamo oltre. Oltre cortina. Stiamo giocando con un cerino acceso in una casa col gas aperto. Basta una fiammella per fare saltare in aria tutto. Noi compresi. Ancora un repetita iuvant, ma non avvertivamo il bisogno. Di questa no. Lo zio Sam dello scappato dal gerontocomio si sta dilettando in un’altra Pearl Harbor provocando l’orso moscovita, dietro le insistenze del ex cabarettista ucraino ed il Froscion transalpino, qualcuno abbia la bontà di avvertire il portatore di Amplifon che stiamo rischiando tutti il culo. Va beh, per noi italiani sarà indolore poiché gran parte di esso, il culo, lo abbiamo già ampiamente dato a chi ci pagherà le pensioni.  Con cosa le pagherà lascio a te, caro Editore, dedurre.  Come ben sai, non amo la volgarità.
Buona Pasqua!
PS: ho finito la grappa con l’ultima riga.
Marco Vannucci

Ahimè mi leggi nell’anima… ma andiamo a cose più importanti: urge un rifornimento di grappa trentina che ti recapiterò appena riusciremo ad organizzare un pranzo… un augurio di Buona Pasqua a te, amico mio, ed ai nostri lettori che delizi con i tuoi “scarabocchi”.

Raimondo Frau