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Pensieri in Libertà

Gialli, “sporchi” e cattivi.

La Cina, con i suoi prodotti va assolutamente boicottata.

Fortunatamente non tutte le azioni cinesi hanno successo. I suoi tentacoli arrivano ovunque da Pechino alla Gracia, Angola, Ecuador… (150 paesi emergenti) Circa il 60 % dei crediti cinesi in questi 150 paesi sono inesigibili per difficoltà finanziarie. La Cina ha già cominciato a pignorare infrastrutture negli stati insolventi, anche per gestire la deflazione interna (i consumi interni cinesi non prendono piede)

È questo il mondo che ci piace? Dissanguare i più poveri come fa la camorra con “pagare o morire”? La povertà rende i paesi poveri ancor più fragili. E non dicano che è una questione di sopravvivenza economica, perché la Cina sta diventando la jena dell’Africa, ed il fatto di aver cresciuto 800 milioni di abitanti è un’attenuante vecchia. I cinesi se ne stiano a casa loro. Sono diventati come i maiali della fattoria di Orwell, sempre più grassi.

I poveri, i non abbienti, i bimbi morti di fame… non sono solo i figli delle armi, ma anche delle stesse manovre economiche killer.

E la miseria uccide a prescindere, o col tempo o subito. Oggi Pechino “offre” più del doppio dei prestiti agli stati poveri rispetto a quelli forniti dagli Yankee e, sicuramente, non per scopo filantropico. La Cina monopolizza il 93% di terre rare mondiali. Gli americani sotto processo permanente per il loro “neocolonialismo” sono paradossalmente diventati un paese che pratica gli aiuti gratuiti, più che i prestiti o investimenti. La diffidenza delle opinioni pubbliche occidentali e del mainstream ha consentito alla Cina di riempire un vuoto.

Nella seppure bistrattata democrazia italiana si può dire e pensare tutto differentemente da piazza Tienammen, della Cina comunista, dove per un respiro non comunista finisci nei laogai.

Voglio la fine della guerra, della fame, delle ostilità, delle diseguaglianze… ma vorrei pure una guerra commerciale con la Cina della falce e martello.

Le bugie cinesi dal 2020 in piena pandemia Covid, quando Jinping non esitò ad orchestrare scontri armati alla frontiera dell’India, a proprio vantaggio, non le dimentico. La Cina non si pone problemi di reputazione, non si turba delle opinioni negative straniere. Vuole (è convinta) di piegarci con minacce e ricatti socioeconomici.

Lontani da me con i loro renmimbi, io non mangio involtini primavera, e nel mio piccolo non compro nulla della loro melma.

Ovidio Pedrali

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