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La COP28UAE ha deciso di non decidere: non cambia nulla!

La Cop28UAE si è conclusa la settimana scorsa ed hanno deciso di non cambiare nulla di sostanziale, perché non ha prodotto accordi vincolanti. Una ennesima parata internazionale inconcludente.

Ho voluto dare una lettura ai resoconti e alle conclusioni della Conferenza e quello che emerge è che non sembra che abbiano raggiunto alcun accordo per l’eliminazione dei combustibili fossili. Anzi, il disaccordo è stato proprio su questo. E volevano che comparisse nella dichiarazione finale dove si parla di una «transizione energetica», di una «graduale sostituzione».

Per “carburanti di transizione”, in vista del raggiungimento dell’obiettivo “net zero” entro il 2050, possono intendersi tanti tipi di fonti, come il gas in Italia (se decidiamo di liberarci del carbone). Ma non c’è alcun impegno vincolante che emana questa Cop28UAE, salvo la sottolineatura sulle rinnovabili che ci si impegna a triplicare entro il 2030. E, per la prima volta, è stata inserita la parola “nucleare” in una dichiarazione finale della Cop, a cui può tornare anche l’Italia.

Altra cosa che emerge è che di fatto ci guadagnano tutti. Ci guadagna chi produce le rinnovabili, perché verranno triplicate. Ci guadagnano i paesi nucleari. E continuano a guadagnare anche i paesi produttori ed esportatori di combustibili fossili che, appunto, non vengono eliminati. Sembra un modo come un altro per mettere tutti d’accordo, in una conferenza che riuniva quasi 200 paesi diversi. Sono anche riusciti a stabilire un Fondo Loss and Damage di “risarcimento” per i paesi in via di sviluppo considerati vittime del cambiamento climatico e l’Italia ha aderito subito con cento milioni di euro (ma non c’è alcun impegno vincolante di adesione).

A differenza degli altri grandi «paesi politici» l’Unione Europea è l’unica «regione politica del Mondo» in cui sono stati effettivamente posti obiettivi vincolanti con date precise: raggiunti gli obiettivi del 2020, ora l’UE deve  rispettare quelli del 2030 che sono la tappa intermedia per giungere al “net zero” entro il 2050. L’UE deve ridurre le emissioni del 55% entro sei anni: obiettivo veramente sfidante. Ma questa è solo ed esclusivamente politica europea…..la Cop28UAE non c’entra. A condizionare tutti i Paesi membri dell’Unione Europea sono sempre le conclusioni della Cop21, dunque gli accordi di Parigi che fissarono le linee guida seguite poi dall’Unione Europea. Ma la Cop28UAE non ha detto nulla di più.

Anzi una cosa è più che certa: l’Unione Europea perderà competitività con economie emergenti come la Cina, l’India e con gli stessi USA. Questo perché l’UE sta affrontando grandi sacrifici economici per ridurre le proprie emissioni, che però costituiscono appena l’8% di quelle mondiali e anche se riuscissimo a ridurle a zero, tirando ulteriormente la cinghia, a livello globale cambierebbe ben poco o niente. Diversamente dagli altri «grandi Paesi» l’Unione Europea è l’unica che ha rispettato alla lettera gli obiettivi del Protocollo di Kyoto: ha ridotto le emissioni dell’8,5% (rispetto al 1990) entro il 2012, poi del 20% entro il 2020. Ma nello stesso lasso di tempo, nel Mondo le emissioni crescevano complessivamente di oltre il 50% con la Cina, l’India e gli USA come maggior emettitori. Del resto è il «commercio globale» che lo richiede: quante merci importiamo dalla Cina, dai paesi asiatici e quante produzioni europee, fra le quali moltissime italiane sin dagli anni ‘70 del secolo scorso, sono state delocalizzate (con contestuale perdite di posti lavoro) in accordo con i governi che si sono succeduti e con i sindacati?

Quelle che arrivano in Unione Europea sono merci ordinate da noi, comprate da noi ma prodotte in Cina e negli altri paesi asiatici, con emissioni in Cina e nei cieli degli altri paesi asiatici. L’India è il paese che negli ultimi 20 anni ha avuto la maggior elettrificazione del mondo. Fino a 12 anni fa, un miliardo di persone nel mondo non aveva accesso all’energia elettrica, soprattutto in India e in Africa. Oggi sono ridotti a 600 milioni, soprattutto in Africa. Perché l’India ha portato l’energia a quasi mezzo miliardo di abitanti. E questo grazie soprattutto all’aumento delle centrali a carbone. Quelle stesse ‘’centrali a carbone’’ che continuano a funzionare anche negli USA.

Marco Affadigato