Marco Rizzo a Trento per sostenere una lista di cittadini comuni. Medici, insegnanti, genitori: una nuova voce si affaccia nel panorama comunale
Una lista formata da cittadini, non da professionisti della politica. Con questo spirito è stata presentata sabato pomeriggio a Trento la candidatura di Simonetta Gabrielli alla carica di sindaca, sostenuta da Democrazia Sovrana Popolare. Al suo fianco Marco Rizzo, coordinatore nazionale del partito, arrivato in città per sostenere un progetto che si pone come alternativa non solo alla destra e alla sinistra, ma anche a quelle forze che si presentano come “nuove” ma che, secondo i promotori, avrebbero già mostrato di aderire a logiche di potere consolidate.
In una sala gremita, davanti a un pubblico attento e partecipe, è emersa la convinzione che la forza delle idee, anche quando va controcorrente, possa essere motore di legittimità e cambiamento. Un’idea che accomuna molti dei candidati in lista: medici, insegnanti, lavoratori, genitori, espressione della società civile, non dei partiti.
Una lista con plurime sensibilità dove i candidati hanno scelto di scendere in campo, come è stato detto, non per calcolo personale ma per rispondere a una chiamata civile e morale in una stagione che ha lasciato ferite aperte. L’obiettivo è dare voce a una visione di città — e di Paese — radicata nei valori della sovranità, della giustizia sociale e della tutela delle libertà individuali.
Una lista che presenta molteplici anime, tra di loro diverse. Durante l’incontro si è evidenziata la presenza di molte persone deluse dalla politica tradizionale, in particolare dalle forze attualmente presenti in consiglio comunale, accusate di non aver saputo rispondere alle esigenze reali dei cittadini. È da questa insoddisfazione, unita alla volontà di ricostruire, che prende forma la proposta di Democrazia Sovrana Popolare.
Tra i candidati intervenuti, Patrizia Caproni, Roberto Cappelletti, Paola Sartori e Sergio Violante, già noti nel dibattito pubblico locale. Tra gli interventi più sentiti, quello di Paola Sartori, che ha raccontato il suo avvicinamento al progetto di Democrazia Sovrana Popolare come una scelta maturata nel periodo pandemico. “Ho sentito con forza l’urgenza di reagire — ha detto —, di non restare sola, ma di cercare un gruppo con cui costruire qualcosa”. L’episodio scatenante, ha spiegato, fu quello avvenuto durante la fiera di Santa Lucia del 2021, quando si trovò, insieme ad altri manifestanti, bloccata dalle forze dell’ordine mentre cercava di accedere al centro città. «Lì ho sentito tutta la violenza di un sistema che stava cercando di escludermi dalla mia città. Una città dove sono nata, cresciuta, dove lavoro, dove ho sempre cercato di fare del bene», ha detto. Un sentimento di esclusione che, ha raccontato, si è esteso anche ai suoi figli, allora adolescenti, colpiti dalle restrizioni legate al Green Pass. “Ci siamo sentiti fuori luogo nella nostra stessa casa”, ha aggiunto.

Sartori ha anche criticato l’attuale amministrazione comunale, accusandola di aver applicato con zelo le misure restrittive nazionali e di aver trasformato Trento in una “terra di conquista” per le logiche globaliste. “Il sindaco si vanta di aver raggiunto gli obiettivi europei — ha osservato — ma la realtà è una città svuotata: corsie ridotte, parcheggi eliminati, servizi pubblici tagliati. E tutto in nome della smart city, delle telecamere, della città dei 15 minuti”.
Nel suo intervento ha infine elogiato l’approccio della lista che sostiene: una campagna elettorale portata avanti con pochi mezzi ma, a suo dire, con molta più anima. “Non abbiamo 120 mila euro per la campagna come l’attuale sindaco. Ma abbiamo fatto un manifesto con il cuore. Si chiama Libera Trento e racchiude il senso profondo del nostro impegno: ridare dignità, voce e libertà ai cittadini”.
Nel suo intervento, Marco Rizzo ha richiamato le battaglie centrali del partito: l’opposizione al riarmo europeo, la denuncia delle élite globaliste e delle influenze esterne che — ha sostenuto — stanno togliendo risorse fondamentali alla sanità, all’istruzione e alle opere pubbliche.
Simonetta Gabrielli, da parte sua, ha rilanciato la contrarietà all’inceneritore e al progetto del bypass ferroviario, definiti esempi di scelte imposte dall’alto e scollegate dai bisogni reali della città.
A conclusione, Gabrielli ha dichiarato: “Trento deve tornare ai trentini. Liberarsi significa anche questo: riappropriarsi del futuro, del diritto di decidere, della politica come atto di responsabilità collettiva”.
M.S.