La giornata di ieri ha visto l’ex premier e attuale leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, visitare insieme al presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, il memoriale dedicato ai soldati del Regno di Sardegna caduti durante la guerra di Crimea, combattuta tra il 1853 e il 1856.
Il tutto si è svolto in maniera semplice e senza particolari fanfare: entrambi vestiti in modo informale, arrivati in elicottero sul monte Gasfort (nei pressi di Sebastopoli), Berlusconi e Putin hanno deposto un mazzo di rose ciascuno per poi ripartire alla volta di una residenza privata del leader russo. A margine della visita, Putin ha accennato con Berlusconi al progetto di collocare i nomi dei caduti italiani in un futuro parco intorno al cimitero.
Berlusconi, secondo indiscrezioni, dovrebbe intrattenersi in Russia fino domenica per poi ripartire verso l’Italia. La visita in Crimea segue i due giorni in Sochi e, a sua volta, la visita di giugno nella repubblica siberiana dell’Altai.
Sono acclarati e noti i rapporti d’amicizia personale che intercorrono fra Berlusconi e Putin, che più di una volta in passato si sono scambiati reciproche visite di cortesia, ma anche di confronto e scambio di idee sui problemi che coinvolgono l’area occidentale con quella orientale del mondo.
Nonostante il carattere informale e, appunto, amichevole di questo incontro, la visita di ieri ha reso un poco più agitate le acque già mosse dei rapporti fra Russia e Europa.
Il gesto dell’ex premier italiano rischia di creare imbarazzo sia alla Farnesina che alla commissaria europea Federica Mogherini, di fronte ad un’Ucraina che considera la Crimea ancora parte del suo territorio, nullo il referendum del 2014 e poco gradita la presenza di un personaggio politico che ha ancora la possibilità di essere influente in uno Stato che applica le sanzioni economiche contro la Russia.
Lo stesso portavoce del Cremlino, Peskov, ha tenuto a sottolineare che il colloquio si è incentrato su questioni urgenti di importanza regionale e internazionale, e che la visita ha carattere diplomatico anche se personaggi politici del rango di Berlusconi siano in carica o meno. Il confronto tra Berlusconi e Putin si focalizza dunque sui problemi del terrorismo islamico, dell’ondata migratoria e delle crisi internazionali e regionali.
Questi argomenti furono già trattati in maniera estesa nell’incontro del giugno scorso, ma ora è importante notare come tale visita assuma un nuovo valore alla luce degli eventi degli ultimi tempi.
L’ex premier, ancora una volta, con il peso del suo carisma si pone come “ago della bilancia” dello scenario politico internazionale, allarmando Washington, Londra e Berlino, già angustiate dalla sempre più massiccia presenza russa in Siria.
Una preoccupazione che Berlusconi ritiene appianabile tramite la sua opera di mediazione fra Europa, USA e Russia; è altresì nota la posizione del leader di FI sulla questione Isis: «Serve una coalizione internazionale allargata a tutti i Paesi della Nato, agli Stati Uniti e alla Russia per fronteggiare il Califfato. Il tutto sotto l’egida dell’Onu». Tutto ciò passa dall’abolizione delle sanzioni economiche, che stanno logorando le economie russa ed europea, e dal disgelo delle relazioni con gli Stati Uniti.
Berlusconi, agendo così, sembra voler reagire al momento di impasse che il suo partito sta vivendo nella tenzone politica nostrana, ritagliandosi un ruolo più attivo e di peso: è tutt’oggi un riferimento per parte degli elettori che non credono più a Renzi e potrebbe essere un fondamentale alleato di Mosca nello scontro tra coloro che in Europa vogliono seguire fedelmente le direttive di Obama e coloro che provano una strada più vicina al Cremlino.
Non è da sottovalutare, infine, che Berlusconi è ben visto negli Stati Uniti e in particolare nel campo Repubblicano. Anche se la situazione è molto fluida, Donald Trump è favorito per la Nomination Repubblicana: egli è un imprenditore di successo fuori dalle righe, verso il quale Berlusconi nutre stima. Non sarebbe un’ipotesi peregrina immaginare un agevole avvicinamento fra queste due personalità.
Di Pasquale Narciso