La nuova stagione di Masterchef, programma televisivo in onda su Sky da cinque stagioni, ha visto la comparsa di una nuova figura come giudice: lo chef napoletano Antonino Cannavacciuolo. Una rivoluzione netta per un programma che era rimasto pressochè immutato per le prime quattro serie. Tutti erano ormai abituati alla cattiveria dell’italo-americano Joe Bastianich, al carattere altezzoso di Carlo Cracco – noto anche per la pubblicità che ha fatto per una nota marca di patatine – e alla sapienza di Bruno Barbieri – quest’ultimo lo chef italiano con maggior numero di stelle Michelin.
L’ingresso di Cannavacciuolo è stato accolto sia positivamente che negativamente. Selvaggia Lucarelli in merito sul Fatto Quotidiano ha scritto: “Quello di Cannavacciuolo è il cazziatone intimidatorio. Se non cucini bene, lui forse ti mena. Se non sali la pasta, lui non lancia il piatto, lancia te. E sì, il concetto è metaforico, ma fino a un certo punto“.
Lo chef napoletano si è presentato a Masterchef come un novello Bud Spencer, non solo per l’aspetto fisico che ricorda tremendamente l’attore, ma anche per i suoi modi di agire. In molti hanno criticato le sue brusche maniere, anche se i suoi estimatori già conoscono la sua irruenza in programmi quali “Cucine da incubo”. Celebri sono i suoi incoraggiamenti dati con manate sulla schiena ai sfortunati ristoratori nel programma, i quali, spesso salvati dalla sua proverbiale bravura, di sicuro avranno trascorso qualche giornata a riprendersi dalla sua irruenza fisica. Antonino Cannavacciuolo ha lavorato in ristoranti di alta classe, ma a differenza di altri non si è trasformato in una vera e propria chef star. Non a caso “Cucine da incubo” è stato affidato a una persona che di sicuro non schifa la sua clientela o ha paura di sporcarsi il candido vestito da chef.
Cannavacciuolo è però una persona che facilmente si emoziona e non nasconde i suoi sentimenti. Lo dice lui stesso anche nel programma, ricordando nel corso di una prova che è rimasto molto legato alla sua famiglia nonché a sua moglie con la quale ha rilevato nel 1999 l’Hotel Villa Crespi, a Orta San Giulio sul Lago d’Orta, in cui per tutto il 2015 ricopre il ruolo di chef patron.
Nel corso della quinta stagione di Masterchef si è mostrato particolarmente attento a quanto fatto dai concorrenti, giungendo in alcune occasioni a veri e propri interrogatori minatori nei confronti di questi che alla fine sono obbligati a rispondere solamente con la verità.
Sempre Selvaggia Lucarelli ha anche detto: “Cannavacciuolo è il ritorno al vecchio cuoco di una volta, quello con le manate di sugo sulla parannanza e la panza di quello che dopo aver impiattato con cura la parmigiana non va nel retrobottega a spiluccare il pinzimonio perché il giorno dopo ha uno shooting per Vanity Fair“.
Un’analisi interessante, anche se comunque, girando per l’Italia delle mille osterie, non si può far a meno di osservare che figure come lui portano avanti la tradizione culinaria del Bel Paese. La tradizione ristoratrice italiana del resto si è sempre basata sulla figura del cuoco alla Cannavacciuolo, e sinchè vi sono figure come la sua possiamo sederci a tavola sicuri di mangiare bene.
Michele Soliani
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