Il SI ha vinto in Veneto. Una vittoria straordinaria e frutto della sapienza di un popolo che è da sempre legato alla sua terra. Non è stata la vittoria di una fazione politica o di una coalizione, ma la vittoria di una comunità che ha creduto in se stessa e nella capacità di sapersi autogestire, autogovernare e autoregolamentare le proprie finanze senza le logiche romane, troppo distanti e insensibili da quanto richiesto a livello locale.
Da domani i veneti potranno chiedere a Roma 15 miliardi e 400 milioni di euro, più di 3.000 euro per ciascun veneto, neonati compresi. Un differenziale di dimensioni spropositate che deve essere assolutamente corretto! Nel 2016 il PIL del Veneto è aumentato dell’1,2% a fronte di un aumento medio nazionale dello 0,9% (rapporto ANSA del 04.07.2017). Tutti i parametri di occupazione, reddito pro-capite, efficienza di servizi, incremento del turismo, sono in controtendenza con i dati stimati su base nazionale facendo della nostra regione una vera e propria eccellenza.
La fragile economia italiana si sorregge principalmente sulla forza economica e imprenditoriale del Nordest che a sua volta è determinata dagli sforzi e dai sacrifici dei suoi cittadini e imprenditori.
E’ inutile criticare coloro che hanno criticato o non sono andati a votare, perchè non hanno capito il vero senso dell’iniziativa.La critica non è rivolta tanto a coloro che non capiscono l’importanza del voto, diritto che ci viene riconosciuto dalla costituzione, quanto piuttosto a coloro che a vario titolo hanno deciso di boicottarlo. All’interno di questo gruppo dovrebbero essere esclusi quelli che, per scelta di coalizione, hanno preferito sabotarlo, persone da accettare nel pieno rispetto della democrazia. Mentre rientrano pienamente nel gruppo certi soggetti politicamente “miopi” che non hanno capito come si possa rimanere fedeli a certe idee e attualizzarle.
Non è stato un referendum, come creduto da molti sino a pochi giorni fa, identico a quello che si è appena svolto in Catalogna. Due situazioni, queste, in realtà diametralmente opposte. Ora la responsabilità di tutto è nelle mani di Luca Zaia che, investito di una netta volontà popolare, dovrà farsi portatore delle nostre istanze.
Francesca Masin