In una scena dell’undicesimo episodio della 17esima stagione, andato in onda in America il 13 gennaio 2019, Peter Griffin, in un colloquio con il presidente Trump, afferma di aver chiuso con le battute sugli omosessuali.
Chi conosce la serie avrà subito pensato ad una delle solite goliardate politicamente scorrette, ma questa volta ci troviamo di fronte alla realtà, come affermano gli stessi produttori: “Se guardate uno show del 2005 o del 2006 e lo paragonate a uno del 2018 o del 2019, noterete che hanno delle differenze. Alcuni degli argomenti di cui parlavamo e su cui scherzavamo a quei tempi, e con cui ci sentivamo a nostro agio, ora capiamo che non sono più accettabili”.
E’ da ritenersi comprensibile il fatto che una serie tv, basata sul politicamente scorretto e su un umorismo che mette in risalto tutte le contraddizioni e l’ipocrisia della società americana in primis, ma in generale dell’intera società, si evolva e si plasmi di pari passo con l’evolversi di quest’ultima, che è appunto base legittimante della serie stessa?
Escludendo – oggi – gli omosessuali dalle frecciate della satira, in un certo senso lentamente perde significato il concetto di satira, che dovrebbe invece colpire tutto e tutti indistintamente. E domani di chi non si potrà più parlare?
Nessuno infatti è uscito indenne dai precisissimi colpi della serie tv: partendo dai pittoreschi stereotipi sui popoli dei vari paesi, passando per le contraddizioni su temi “taboo” come sesso, razza e religione, finendo poi sugli aspetti più intimi dell’essere umano in sé, ogni spettatore avrà sicuramente riso o sarà rimasto quasi shockato dai modi talvolta simpatici, talvolta “esasperatamente cattivi”, con cui tutti vengono spogliati della loro ipocrisia e messi a nudo dentro lo schermo.
Insomma, decidere che qualcosa o qualcuno non possa essere analizzato e giudicato a prescindere da un punto di vista satirico, è come ridere dei difetti degli altri e non permettere che qualcun’altro rida dei tuoi, quando tutti noi ne abbiamo, nessuno escluso.
I produttori hanno comunque affermato che “le battute sugli omosessuali non smetteranno di esserci di punto in bianco, ma diminuiranno gradualmente.”
Sicuramente la bravura e la leggerezza con cui per anni Seth MacFarlane e compagni ci hanno fatto divertire, faranno in modo che lo spettatore non senta troppo la pesantezza di questa decisione, ma sicuramente si potrà avvertire la mancanza di un qualcosa.
In quella tragica notte del 7 gennaio 2015 ci sentivamo tutti #charlie, ora dovremmo dimostrarlo coi fatti, permettendo una libera espressione su ogni cosa, anche quando questa colpisse un aspetto di noi stessi che ci mette a disagio. Ci aspettano anni di censura continua e finiremo per rinnegare l’essenza primitiva dell’essere umano in sé.
“I Griffin” hanno fino ad oggi meritatamente “ridicolizzato” l’ipocrisia umana: per quanto ci possa far arrabbiare, lo sguardo ironico e scanzonato è sicuramente un utile strumento critico per prendere maggior coscienza di noi stessi e della società in cui viviamo.
Federico Fontanelli