A seguito del vertice avvenuto ieri a Palazzo Chigi, con il Governo riunito per discutere sull‘Autonomia differenziata, la CGIL ha diramato una nota, dai toni molto forti, per esprimere la propria contrarietà alla direzione che tali discussioni stanno prendendo e che, se confermate, potrebbero portare il paese ad avere evidenti disparità regionali.
Attraverso la nota la CGIL si è mostrata molto critica verso l’operato svolto sino ad ora, ricordando come sia inaccettabile ogni proposta che consideri i diritti variabili da regione a regione. Il Sindacato ha poi ribadito, con fermezza, come sia fondamentale “la garanzia dell’uniformità dei diritti civili e sociali dei cittadini e l’unitarietà dei principi fondamentali, a cominciare dall’unità del sistema di istruzione”.
Per CGIL proseguendo nell’attuale direzione si creerebbero disparità e disuguaglianze che non possono essere accettate, aggiungendo come l’Italia debba porsi l’obiettivo di affrontare i problemi con soluzioni collettive, evidenziando, al contempo, come la soluzione “a problematiche comuni a tutto il Paese non può essere l’attribuzione di maggiore autonomia ad alcuni territori, lasciandone indietro altri”.
La soluzione all’acuirsi delle disparità secondo la Cofederazione Generale Italiana del Lavoto potrebbe essere l’adozione di una legislazione nazionale “che definisca leggi inderogabili sui principi fondamentali e garantisca, in tutti gli ambiti, i Livelli Essenziali delle Prestazioni, con la realizzazione di un sistema perequativo che assicuri ai territori le risorse necessarie a raggiungere gli obiettivi di benessere ed equità sociale per tutti i cittadini”.
Concludendo la nota CGIL ha ricordato, ancora una volta, come i diritti fondamentali e i servizi pubblici non possano essere definiti facendo differenze tra le diverse regioni italiane, aggiungendo come sia inaccettabile discutere l’utilità dell’unità della contrattazione nazionale.