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Editoriali

Combattiamo il virus e non le persone

Lo scenario di un Virus – che accade come accadono la morte o un incidente – sta mettendo in risalto le paure e l’odio che giacciono nascoste sotto le pieghe di un “Politicamente corretto” imposto dalla buona educazione.

Da quando i casi del Sars-Cov-2 sono cominciati ad essere registrati, a dicembre 2019, l’opinione pubblica ha cominciato a scaricare le proprie nevrosi sulla vittima di turno. Prima la Cina, poi l’Iran, poi l’Africa, poi l’Italia, poi la Korea. E avanti così, come se non ci fosse un domani. Forse stiamo diventando tutti cretini, ma virologi non di sicuro.

La causa principale di questo complesso meccanismo è nascosta nelle pieghe di un interesse economico capitalista che non ha saputo prevedere che, aprendo la via della globalizzazione commerciale ed umana, si sarebbero aperte anche le ferite scomode del pianeta, le ferite umanitarie e le carenze alimentari e sanitarie. Eppure lo avevano detto: sarete nudi di fronte alla paura. E allora andiamo avanti, siamo stati NUDI contro il terrorismo, NUDI contro la guerra, andremo NUDI contro la Sars.

Fondamentalmente siamo di fronte al paradosso del benessere: maggiore è la libertà e meglio si sviluppano il bene ed il male di questa libertà. Vogliamo che la Cina sia isolata, come la Korea o come erano isolati gli Stati prima della II Guerra Mondiale?

E’ abbastanza logico che – come dice la WHO – la situazione di un contagio non possa essere fermata con le parole, ma iniziare attribuendo le colpe, alla Cina, alla dittatura, a chicchessia, non è un approccio che possa aiutare – più di tanto – nel risolvere una questione internazionale. La QUARANTENA è lo strumento che isola il male dal bene, la PREVENZIONE il sistema che consente di invertire la rotta del contagio, la TERAPIA il metodo per aggiustare l’aggiustabile e un eventuale VACCINO la via per debellare completamente il morbo.

La Cina ha bloccato e messo in quarantena i turisti in entrata temendo, dopo i primi casi, i contagi di ritorno.

Adesso al centro dell’attenzione c’è l’Iran, dove la mortalità è altissima circa il 19% dei casi ospedalizzati, ieri, vogliamo forse parlare del problema, cioè combattere un virus, o limitarci a leggere delle statistiche dove possiamo dedurre se la salute di un popolo sia buona, se sia vecchio o giovane, se ci sia un sistema sanitario o no?

Certamente se “lasciamo correre il Virus” otterremo molte risposte intereressanti, potremo discutere di questioni internaionali in un contesto banale, criticando le situazioni di degrado, di servizio, dei mass media, tutte ovvietà che non riguardano la soluzione del problema: limitare il danno e curare il malato, infine fermare il contagio e prevenirlo. 4 passaggi.

Parlare di una malattia è l’argomento principale di tutte le persone che non hanno argomenti, che sono insicure, che hanno problemi di accettazione di sé. Dare le colpe al male e al Governo è come parlare del tempo, un passatempo con la corsia preferenziale.

Certamente sono valide le interrogazioni per cui ci si chiede se la Cina o la Lombardia o l’Iran non abbiano casomai sottovalutato i casi di polmonite atipica, ma in 24 giorni di contagio asintomatico e con un mese di terapie, come si poteva “vedere” quello che invece è invisibile? Se l’attuale ipotesi di focolaio posticipa ad Ottobre i primi casi, come era possibile intercettarli?

La Cina sta effettuando da ieri le prime autopsie, per motivi di sicurezza i cadaveri contagiosi erano isolati in sacche e bruciati immediatamente, la prima autopsia ha almeno consentito di stabilire quale tipo e quanto sia il famoso “sputum” contagioso che sta vagando per il mondo.

Gli attacchi al commercio e alle nazioni, con migliaia e migliaia di cargo, di navi, di treni merci bloccate ai confini da e per la Cina – da e per l’Italia, da e per in generale le zone colpite: il 25% della merce spedita nel mondo è ferma per le diverse regole che governano i protocolli. Aerei che non partono e treni e bus che non possono essere puliti e disinfettati ogni giorno. Crolla la logica degli spostamenti in tempo reale, il tempo economico rallenta e fa un incidente tra la VELOCISSIMA comunicazione della rete e la LENTISSIMA comunicazione della concreta vita reale.

Mentre in USA Mike Pence promette un vaccino per la fine estate e un controllo su tutti i voli provenienti dalle aree contagiate.

USA Vice Presidente Mike Pence – Presidente Donald J. Trump – Alex Azar e Debbie Birx EPA/KEVIN DIETSCH / POOL

E’ interessante allora notare e considerare che lo stesso paese in cui 74 milioni di persone sono sottoposte al controllo e bloccate in regione (quanto l’Italia) sia riuscito a dominare un Virus che colpisce prevalentemente precise tipologie di persone, con caratteristiche biologiche affini.

Uomini, anziani, malati, con sistemi sanitari inefficaci: è facile leggere le statistiche ma meno facile imporsi delle regole che possano funzionare. Quindi pensiamo a lavarci le mani, a stare attenti agli assembramenti, a mantenere fede alla salute, le polemiche le potremmo fare dopo, quando i contagi saranno calati, le terapie protocollate, il siero ed il vaccino messi in atto. Non è il momento.

A cura di Martina Cecco