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Editoriali Salute

CORONAVIRUS? Forse avremo perso la battaglia, ma non la guerra. Un messaggio di speranza

Nelle ultime ore il tanto temuto coronavirus ha iniziato a diffondersi anche in Italia gettando l’intera nazione nel panico. Con l’arrivo delle prime vittime italiane, l’allarmismo è aumentato al punto da raggiungere il limite della psicosi collettiva.

Nonostante la situazione non sia da sottovalutare, le autorità hanno fatto sapere a più riprese come la situazione sia sotto controllo, con i focolai di coronavirus isolati e tutti gli afflitti ben monitorati all’interno delle strutture sanitarie, guardati a vista da personale qualificato.

Contestualmente alla rapida diffusione del virus in Italia, l’università statunitense Johns Hopkins University ha reso pubblico uno studio nel quale è stata mappata l’incidenza del coronavirus nel mondo.

Tale ricerca ha evidenziato, inequivocabilmente, come le persone contagiate confermate siano 78.766 (compresi i 76 italiani contagiati nelle ultime 48 ore), casi che hanno portato alla morte di 2.461 persone. A fronte di quasi 80 mila contagi però, il dato che fa ben sperare è quello relativo alle guarigioni, con più di 23 mila persone che sono riuscite a sconfiggere il virus e tornare in salute.

In aggiunta è bene considerare anche le recenti notizie arrivate dall’Australia dove un team di ricercatori dell’Università del Queensland ha informato il mondo di aver terminato, dopo tre settimane di ricerche, la sperimentazione in laboratorio del vaccino contro il coronavirus e di essere pronti a passare alla fase successiva: la sperimentazione sugli animali. Con il preside dell’Ateneo, Peter Hj, a dichiarare: “esistono ancora numerosi test per garantire che il vaccino-candidato sia sicuro e che crei un’efficace risposta immunitaria, ma la tecnologia e la dedizione dei ricercatori vogliono testimoniare che il primo ostacolo è stato superato”.

Queste notizie, più che positive, contribuiscono in maniera sensibile a completare il quadro sull’emergenza sanitaria in atto nelle ultime ore. Se da una parte è vero che la situazione non va assolutamente sottovalutata o presa con leggerezza, dall’altra è indubbio come il mondo intero sia al lavoro per gestire al meglio la crisi e cercare di risolverla il più rapidamente possibile.

Fino ad ora il sentimento popolare intorno al coronavirus è stato quello di panico e sconforto ma, alla luce di queste evidenze risulta evidente, non solo che la guarigione è possibile ma che, statisticamente, è anche molto probabile. In aggiunta, il fatto che diversi team di ricerca siano al lavoro per creare, nel minor tempo possibile, un vaccino non può far altro che aumentare la speranza e la fiducia nell’operato degli esperti.

Raccomandando, ancora una volta, di prestare attenzione alle disposizioni che il Ministero della Salute ha, già da diversi giorni, diramato per evitare il contagio. L’invito è quello di non farsi prendere dal panico ma di agire con coscienza e con la consapevolezza che le Istituzioni sanitarie mondiali sono al lavoro per risolvere positivamente, e al più presto possibile, l’emergenza coronavirus.

Carlo Alberto Ribaudo