La notizia del giorno, ovviamente, non può che essere la conferma, da parte dello stesso Baracetti, della fine della campagna elettorale sotto il Centrodestra per quanto lo riguarda. Una decisione che è stata presa poco dopo lo “scandalo” legato al dominio internet, sottrattogli da ignoti.
Se ci sia un collegamento con quel fatto o meno dietro alla decisione in primo luogo della Lega e in seconda battuta di tutta la coalizione, è difficile saperlo. Certamente, non erano mancate nel corso di questi mesi voci – talvolta anche attendibili – che davano Baracetti a fine corsa.
Anche questo giornale non ha risparmiato critiche – come non ne ha risparmiate ad alcuno da sempre – per quanto riguardava lo stile comunicativo, la capacità di sapersi imporre su un palcoscenico difficile come quello trentino, i continui “tira e molla” con le civiche che non davano un buon segnale di coesione. Eppure, riteniamo questa scelta sbagliata: non tanto per la decisione in sé, che forse alla luce del Covid e della lunga sosta poteva anche essere presa rilanciando ambizioni legittime di altri personaggi, quanto piuttosto per la tempistica con cui la “sostituzione” è avvenuta.
Come si può guardare serenamente a un elettorato di Centrodestra quando a meno di due mesi dalle elezioni ancora non si ha un candidato Sindaco mentre Franco Ianeselli stringe mani e rapporti da novembre? Come si può far pensare che ci sia ancora una partita quando i candidati del sedicente Centrodestra sono ancora tre? Una tiritera inutile e dannosa per l’intera coalizione, “Baracetti sì“, “Baracetti no“, “Baracetti forse“, “Baracetti vediamo“, “Baracetti sicuro” e infine “Baracetti out“: con questa credibilità si va dagli elettori a chiedere di dare fiducia a una Coalizione che governa la Provincia da ormai due anni?
Baracetti, al netto di qualche ingenuità che è puro sintomo di inesperienza nell’agone politico, va ringraziato per non aver mai fatto saltare lui il banco, gettando la coalizione in uno scompiglio ancor maggiore. Il problema ora è la mancanza di alternative serie e credibili, oltre al tempo che è tiranno. I candidati Sindaco rimasti in pista per il Centrodestra sono Silvia Zanetti e Marcello Carli: appoggiare la Zanetti vorrebbe dire far vincere la partita interna a Grisenti, mentre sostenere Carli – che è stato probabilmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso – vorrebbe dire rivitalizzare un ormai spento Cia.
La cosa più probabile è una nuova convergenza su un nome terzo – anche se sarebbe da chiamarlo “quarto” – che sappia coniugare il governo dei partiti di centrodestra con le istanze civiche e centriste a sostegno della Zanetti e di Carli, sapendo che le chances di vittoria sono praticamente nulle.
Quale che sia il candidato, quello che dovrà fare sarà costruire il perimetro di una coalizione che ritenti la scalata a Palazzo Thun nel 2025: servono quindi persone giovani e interessate ad amministrare bene una città, non uomini vendicativi con l’unico obiettivo di affossare un rivale politico.
Riccardo Ficara Pigini
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