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Salute

Il Covid pone la sanità al centro

L’unico effetto positivo di quella disgrazia collettiva che si chiama Covid è stato quello di far accendere i riflettori sulla sanità che è stata sistematicamente trascurata dalla politica italiana per decenni. E pensare che l’Italia nel 1978 – onore al merito della Prima Repubblica- ha compiuto una delle più importanti realizzazioni della sua storia istituendo il Servizio Sanitario Nazionale, che è il sistema che a tutt’oggi funziona e che a livello internazionale è riconosciuto come uno dei sistemi migliori del mondo se non il migliore.

Per chi non c’era o non ha seguito il dibattito che ha preceduto quella riforma, s’è trattato di migliorare e rendere più etico il sistema di assistenza sanitaria istituito dal Fascismo basta sulle mutue. Quel sistema, che pur era stato un enorme passo avanti dal punto di vista sociale, era basato sul fatto che ciascun lavoratore era assistito dalla sua mutua di riferimento in quanto lavoratore.

Con la riforma del ’78 il sistema diventava “universalistico”, nel senso che ogni cittadino ha diritto all’assistenza sanitaria non perché lavoratore di questo o quel settore, ma  per il semplice fatto di esistere. Applicazione sacrosanta di un principio etico: di fronte alla malattia siamo tutti uguali. Un principio che sembrerebbe scontato, specie per noi italiani che lo abbiamo, ma che così scontato non è dal momento che in molti stati, anche nei più avanzati, non è nemmeno preso in considerazione. Morale: una cosa buona in Italia almeno l’abbiamo. Però il principio non basta. Dev’essere applicato. 

E dai dati Ocse balza all’occhio un fatto da cui origina tutta una serie di problemi: l’Italia ha un sistema che cura tutti i cittadini gratis, però per farlo non destina alla sanità risorse sufficienti. Spendere per la salute solo il 6% (contro l’11, 7 della Germania e l’!11,2 della Francia) del Pil significa vanificare il principio universalista su cui si fonda il SSN. Pensare di curare tutti senza investire i soldi necessari è come fare le nozze coi fichi secchi.