L’impennata del costo del petrolio e il rincaro dei carburanti spingono al raddoppio il costo delle semine e hanno un effetto valanga lungo filiera, dal campo alla tavola, per la tenuta dei bilanci delle aziende e per le forniture alimentari in settori deficitari, dal grano alla carne fino al latte, in un momento storico in cui, con la pandemia Covid, è necessario difendere la sovranità alimentare del Paese. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al rincaro record delle quotazioni del petrolio con il Brent del mare del nord che ha superato gli 86 dollari al barile.
La crescita dei prezzi del petrolio è destinata a contagiare l’intera economia perché – sottolinea la Coldiretti – riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumentano anche i costi delle imprese. Infatti con l’avvio delle operazioni colturali autunnali gli agricoltori – spiega la Coldiretti – sono costretti ad affrontare rincari fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Il rincaro dei costi energetici riguarda anche il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi ma ad aumentare sono pure i costi per l’acquisto dei fertilizzanti, per l’essiccazione dei foraggi destinati all’alimentazione degli animali, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne.
Il rincaro dell’energia – continua la Coldiretti – si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. Il risultato è che, ad esempio, quando si acquista una passata al supermercato si paga più per la confezione che per il pomodoro contenuto.
In questo contesto – afferma la Coldiretti – servono interventi strutturali per dotare l’Italia di una riserva energetica sostenibile puntando sulla filiera del biometano nel quale l’agricoltura italiana è all’avanguardia e che può contribuire al raggiungimento dell’obiettivo europeo del contenimento delle emissioni di gas serra che a livello mondiale hanno peraltro fatto registrare il nuovo record, secondo quanto denunciato dal l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), agenzia dell’Onu, mettendo a rischio gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) – conclude la Coldiretti – rappresenta in questo senso un’opportunità importantissima per il pieno sviluppo del potenziale offerto del settore del biometano agricolo con l’obiettivo di arrivare alla produzione del 10% di gas rinnovabili nella rete del gas nazionale.