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Editoriali

Perchè siamo contrari a ogni forma di embargo nei confronti di Sputnik, Tass e RT News?

Nel corso di queste ultime ore sono rimbalzate dichiarazioni in merito alla chiusura o all’imposizione di sanzioni nei confronti dei principali media russi a Occidente, ovvero a Sputnik, Tass e RT News. I canali sono stati ritenuti come facenti parte della propaganda russa a favore della guerra, ma l’embargo su questi canali crea un pericoloso precedente per quanto riguarda la libertà di informazione.

Tanto per farvi un paragone quanto deciso può essere paragonato a un blocco di canali occidentali famosi quali la CNN o la BCC, mezzi di informazione che si sono rilevati e sono fondamentali nel fornire informazioni durante i conflitti armati e che sono un ottimo strumento per i giornali di più piccole dimensioni come il nostro.

Al contempo restiamo anche un pò sorpresi nel leggere che tali giornali siano organi di propaganda della Russia di Putin. Certamente possono presentare una visione dei fatti più filorussa, ma al contempo presso le varie redazioni in oggetto lavorano giornalisti che in questi giorni hanno dimostrato imparzialità e obiettività alla pari dei media occidentali in occasione della Guerra del Kosovo nel 1999, della Guerra in Afganistan nel 2001 e di quella in Iraq del 2003.

Impedire – mediante l’utlizzo di vari strumenti – a tali organi di svolgere il loro lavoro di informazione ci pare quanto mai inopportuno alla luce dei valori dell’occidente che sanciscono anche il principio della libertà di stampa. Come in ogni situazione critica come la guerra in Ucraina, il pluralismo delle fonti appare essenziale per fornire ai lettori un quadro completo. Utilizzare una fonte, citandola e dunque contestualizzando il contenuto della stessa, non vuol dire aderire a quanto si dice o crederci ciecamente: il ruolo del giornalismo dovrebbe infatti essere proprio quello di riportare le fonti e determinare eventuali falsità nelle stesse, non scartare a priori.