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L’opinione: W la “libertà d’espressione”

Quante sono le persone nel Mondo (anche in Italia) che vengono messe in carcere, quando non assassinate, per impedir loro di «esprimere i propri pensieri»? Non sto’ qui ad elencarne il numero, anche perché potete trovarlo da soli facendo un giro su internet. Io, oggi, voglio parlare della «libertà di espressione» come diritto fondamentale e quindi un diritto che è ben più importanti di tanti altri perché permette altre libertà come la «libertà di informazione», la «libertà della stampa», la «libertà di associazione». Ma attenzione questa «libertà» non autorizza a dire qualsiasi cosa poiché vigono sempre il «rispetto della verità» e il «rispetto degli altri».

Cosa permette la «libertà di espressione»? Permette il diritto di prendere la parola ed esprimere la propria opinione, per esempio, o ancora di manifestare il proprio pensiero per difendere una causa o una persona, oppure di fare dell’umorismo, o, per un giornalista di pubblicare delle informazioni senza essere perseguito nei tribunali. Permette il pluralismo che è essenziale in democrazia.

Il diritto alla libertà di espressione è sancito nella nostra Costituzione. Ma non solo! E’ sancito in principi e carte mondialmente riconosciute e accettate: la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino (1789) , la «Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo» (1948) e la «Convenzione Internazionale dei Diritti dei Bambini» (1989). Ma allora quali sono i suoi limiti?

Come scrivevo poco sopra, questa «libertà» non autorizza a dire dire qualsiasi cosa poiché vigono sempre il «rispetto della verità» e il «rispetto degli altri». Non deve «sfogare» nell’ingiuria, nella diffamazione o nell’incitazione all’odio. L’ingiuria è come l’insulto. Essa puo’ essere scritta o detta, per fare del male, vessare sull’apparenza fisica, su credo personale. Mentre la diffamazione è raccontare cose non vere attribuendole a qualcuno in particolare (come è stato spesso nel mio caso che mi ha obbligato a difendermi nei Tribunali italiani) o ad un gruppo di persone.

Poi l’incitazione all’odio è anche quando qualcuno o un gruppo cercano di provocare l’odio e puo’ essere per ragioni politiche oppure in rapporto alla religione, all’etnie, all’orientamento sessuale. Di incitazioni all’odio Facebook e altri social ne sono pieni.

Le leggi ci sono appositamente per condannare questi «abusi» e coloro che superano questi limiti, anche sui social.

Ecco una cosa che dovrebbe essere insegnata nelle scuole, fin dall’infanzia. Insegnare la «libertà di espressione» nelle scuole permetterebbe agli studenti (che poi diverranno cittadini adulti) di imparare ad usare questa libertà esprimendosi, ascoltando e comprendendo le opinioni degli altri.

Marco Affatigato

Riguardo l'autore

Marco Affatigato

nato il 14 luglio 1956, è uno scrittore e filosofo laureato in Filosofia - Scienze Umane e Esoteriche presso l'Università Marsilio Ficino. È membro di Reporter Sans Frontières, un'organizzazione internazionale che difende la libertà di stampa.

Nel 1980 la rivista «l’Uomo Qualunque» ha pubblicato suoi interventi come articolista. Negli ultimi anni, ha collaborato regolarmente con la rivista online «Storia Verità» (www.storiaverita.org) dal 2020 al 2023.