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Editoriali

Il mondo virtuale va a pezzi. Reali

Elon Musk si compra Twitter – ad un prezzo folle – e appena arrivato licenzia migliaia di dipendenti. Forse esagera un po’ ed è costretto a richiamare qualcuno. Tra ironie, accuse, attacchi. E minacce dall’Unione europea che teme una liberazione dei contenuti ammessi nei tweet. “Ci penseremo noi a censurare!”, avvertono gli euro cialtroni. Intanto Zuckerberg si appresta a licenziare migliaia di lavoratori di Meta (ex Facebook) senza suscitare grandi proteste. Perché lui è buono e censura chi non è politicamente corretto.

Ma al di là delle reazioni dei chierici al servizio del bene assoluto, è interessante notare come tutto ciò che è legato al mondo virtuale sta andando in crisi. Le piattaforme social, innanzitutto, ma anche le cripto valute (il valore del Bitcoin è passato dai 68mila dollari del novembre 2021 ai circa 20mila del novembre di quest’anno) mentre il mercato degli Nft è calato del 95%.

Il grande esperimento sociale degli arresti domiciliari di massa per Covid pare fallito. I lavoratori chiusi in casa hanno scoperto che una riunione tra persone è più utile dell’ormai insopportabile video conferenza con tutte le faccine sullo schermo, con interlocutori in giacca e mutanda, con collegamenti a spese del lavoratore. E nessuno pare aver voglia di delegare se stesso ad un avatar sul metaverso.

Il carcere creato dal sistema ha fatto riscoprire la voglia di libertà, di rapporti umani “veri”, di incontri reali. Ovviamente le piattaforme aiutano per mantenere rapporti con chi è lontano. Ma, per il resto, è rinata la voglia di socializzare, di pranzare con gli amici, di parlare guardandosi negli occhi. Il metaverso può essere anche un gioco a cui dedicare qualche ora settimanale, ma pochissimi hanno voglia di trasformarlo in una seconda vita alternativa, rilanciando il fallimentare Second Life di qualche anno fa in versione abbellita e tecnologicamente avanzata.

Non è la tecnologia, il problema. Ma la falsità della vita nel metaverso. Potrà andar bene per falliti, per disperati, per chi non ha un amico vero né una persona che lo ami. Ma tutti gli altri preferiranno una pizza in compagnia, due calci ad un pallone, una chiacchierata al bar, uno spettacolo a teatro, un concerto dal vivo, un bacio reale. E Zuckerberg dovrà inventarsi qualcosa di diverso, perché non basterà la sua censura per cancellare la voglia di vivere davvero.