Home » Persone scomparse, esiti diversi – IV parte
Attualità Società

Persone scomparse, esiti diversi – IV parte

La scomparsa di bambini è frequente quanto e forse più di quella di adulti, nel mondo. Il fenomeno è stato pubblicizzato dai media negli ultimi decenni, ma il web ha anche aumentato a dismisura il terreno di caccia dei predatori, che ora dispongono di un mercato infinito. Talora si parla di traffico d’organi o di adozioni illegali, ma si ritiene che lo scopo principale sia lo sfruttamento sessuale.

Sandra Sandri

L’undicenne bolognese, nel 1975, esce di casa per andare a scuola e sparisce per sempre. Verranno fuori discorsi su questa bambina spesso sola in un vicino e malfamato bar; emergerà un nastro in cui la piccola avrebbe confessato le molestie ricevute, a un tizio che non si capisce ancor oggi che intenzioni avesse registrandola. Il caso è stato riaperto due volte negli anni duemila, si cercheranno ossa senza trovarle e un nome uscito alla ribalta è di un suicida che non può più risponderne

Ottavia De Luise

Su questa dodicenne lucana, anche lei sparita nel 1975, nel 2021 è uscito un fumetto a cura dell’associazione “Libera”. Spesso sola in una famiglia con molti fratelli, gironzola per il paese di Montemurro e un giorno non torna a casa. Nel 2011 si andrò a cercare un supposto pedofilo, nel frattempo trasferitosi in Lombardia, che ovviamente non parlerà.

Mauro Romano

Mauro era un bimbo salentino di circa sei anni, sparito nel 1977. Nel 2020 su segnalazioni di alcuni carcerati c’è un indagato, un ultrasettantenne della zona, ma è stata chiesta l’archiviazione. Leggiamo che la mamma spera di identificare suo figlio ancora vivo nello sceicco Mohamed Al Habtor, ex di Manuela Arcuri.

Sergio Isidori

Sergio, cinque anni e mezzo, scomparve in provincia di Macerata l’anno 1979, mentre giocava nel cortile sotto casa. Dalla pista pedofila a quella degli zingari, tutte sono state battute, senza risultato.

Salvatore e Mariano

Il 31 marzo scompaiono da Casteldaccia (Palermo) i ragazzini Salvatore Colletta e Mariano Farina. Si pensa subito a questioni mafiose, a cose che i due avrebbero visto e non avrebbero dovuto, e ai soliti nomadi. Nel 2019 c’è un sussulto di interesse per una presunta pista che coinvolge un amichetto di allora: ipotesi banale ma, temiamo, più frequente di quanto non si pensi.

Angela Celentano

Angela ha tre anni, nel 1996, quando scompare. Figlia di una tranquilla coppia di Vico Equense, ultima di tre sorelle, la famiglia appartiene alla locale comunità Evangelica. Quel 10 agosto il gruppo di fedeli ha organizzato una gita sul monte Faito, area ideale per picnic e una sana giornata all’aria aperta.

Per maggiore sicurezza gli adulti hanno formato un cordone di automobili parcheggiate strettamente attorno allo spiazzo dove si mangia, si gioca, ci si rilassa. Tutti ricordano le riprese, piccoli flash, di lei durante la gita: Angela, vivacissima, corre e salta per ogni dove, occorre una dose supplementare di attenzione per quella bambina così esuberante. Papà Catello non la perde d’occhio, ma sarà un attimo di distrazione a far sì che la piccola si giri e non la si veda più.

Le indagini, come di prassi, si indirizzano subito sui familiari, ma da quel versante non si approda a nulla e resterà solo uno strascico di amarezza.

Come è stato possibile che la piccola si sia volatilizzata in pochi secondi, senza che alcuno, delle decine di persone presenti, si sia accorto di nulla?

Le ricerche scattarono subito, a cura anche di molti volontari, ma di lei non si trovò traccia.

Gli affranti genitori non si arrendono e le ricerche in qualche modo vanno avanti. Si ricorre anche a una tecnica di “digital aging”, che “vecchieggia” un volto a partire dall’ultima fotografia a disposizione, per aiutare l’eventuale identificazione di una Angela ormai giovane donna, sperando sia ancora viva, magari adottata da una famiglia all’estero. Qualcuno sostiene sia finita in Turchia, ma l’ipotesi è priva di solide basi e la Turchia non è ambiente in cui ricorrere a strani traffici per avere bambini: ce ne sono abbastanza.

Si torna a indagare nell’ambito della comunità religiosa di appartenenza dei Celentano e viene fuori che in quei frangenti la bimba sarebbe stata vista da un ragazzino della stessa comitiva, il quale andava a riporre un pallone. Non si capisce perché portare via un oggetto che serviva più che mai per il gioco: in ogni caso, ormai adulto, egli rifiuterà sempre di parlare e identico atteggiamento terranno più o meno tutti i coinvolti in quella infausta giornata. Un altro giovinetto aveva parlato di una vettura su cui la poverina era stata infilata a forza, ma smentirà velocemente, asserendo di aver voluto solo contribuire a dare un po’ di speranza ai Celentano, inventando una pista.

Gli anni, per mamma e papà, trascorrono nell’angoscia, attenuata dalla presenza delle altre due ragazze Celentano, nel frattempo cresciute e native digitali. Così accade che una di loro un giorno se ne venga fuori con una mail esplosiva: una ragazza dai lunghi capelli corvini e lineamenti vagamente compatibili con quelli di Angela proiettata nel futuro, annuncia di essere sua sorella e di vivere in Messico.

Tutti ricordiamo le frenetiche attenzioni mediatiche, la rimessa in moto delle indagini che stagnavano: procura, avvocati, giornalisti, uffici diplomatici, tutti impegnati nel periglioso paese latinoamericano, alla ricerca di un server.

Il finale, deludente, porta a concludere che la signorina della foto è in realtà una psicologa di origini messicane, che però vive in Francia e la cui immagine, almeno quella allegata alla originaria mail, girava in web perché già comparsa su un catalogo turistico; che tale messaggio di posta elettronica era partito dal pc del figliastro di un cancelliere di Città del Messico, dove pure esiste una sede Evangelica, come, peraltro, se ne trovano in ogni continente;  infine, resta solo il mistero di come la comunicazione sia arrivata ai Celentano, ora più addolorati che mai, dopo aver inutilmente sperato.

Non si può far altro che andare per azzardi, in questa assurda vicenda, ovvero navigare in uno scenario surreale da fantasy horror, appoggiandosi alle poche circostanze ragionevolmente accettabili, per proporre dubbi, non di più.

Per quale ragione un utente del lontano Messico avrebbe scritto alla mail di casa Celentano? Una burla? Pare che, in effetti, i farabutti sciacalli internauti non manchino e si divertano a tirare scherzi macabri a chi soffre. Ci pare la pista più probabile, ma al parente del cancelliere non è successo nulla, non risulta nemmeno un’incriminazione da parte della Giustizia italiana, così, almeno per tener desta l’attenzione.

Angela può essere sparita per alcuni motivi:

– nell’eccitazione del divertimento, si è persa nel bosco, sgusciando facilmente, lei così piccola, tra le auto, e trovando, per somma sfortuna, un malintenzionato in cerca di prede. Statisticamente, sarebbe una rarità, ma ricordiamo il caso statunitense di Amber Hagerman, del 1996, da cui è derivata la legge “Allerta Amber”. La piccola americana gironzolava sulla sua bici in un perimetro limitato attorno alla sua casa, con mamma e altri parenti in giardino e perfino qualche vicino di casa alla finestra: anche in quel caso, fu questione di attimi. Dopo l’approvazione della norma, negli USA, se viene denunciata la scomparsa di un bambino, scatta subito l’allarme istituzionale con tutta una serie di procedure. Nel frattempo, in ogni paese, ci si è dotati di videocamere che, nel 1996, probabilmente non esistevano.

– è stata rapita per abietti scopi. Così fosse, spunta l’atroce sospetto che sia stata attirata in trappola da persona conosciuta.

– ultima ipotesi, da cui ci dissociamo, ma messa in campo, per esempio, nel caso di Madeleine McCann: bambina inglese di tre anni, sparita in una località dell’Algarve, Portogallo, nel 2007, dalla cameretta dell’appartamento vacanze dove dormiva con i due fratellini, mentre i genitori si erano concessi una serata al ristorante: potrebbe essere accaduto un incidente che la famiglia ha voluto celare.

Infine si è deciso di rispolverare la “profezia” di una cugina, che avrebbe riferito di un sogno fatto il giorno prima della disgrazia. Tralasciamo l’importanza attribuita ai sogni e fingiamo che siano una trovata dei testimoni, per far emergere con cautela verità scomode, senza rischiare incriminazioni; il problema è che, un momento dopo che storie simili vengono a galla, colui che ha sognato in genere ritratta, come accaduto ad Avetrana.

La cugina di Angela, dunque, di sei o sette anni maggiore, avrebbe avuto la premonizione della scomparsa della piccola parente; incalzata, ha ribassato la suggestiva circostanza a racconto di una favoletta in cui sostituiva, a Cappuccetto Rosso, Angela stessa, per calmarla, in quanto ne aveva rilevato l’irrequietezza proprio il giorno prima della scampagnata.

Dopo la tragedia di una scomparsa simile, c’è un altro dolore che viene sottovalutato: quello dei figli che restano e assistono impotenti alla disperazione dei genitori.

Denise Pipitone

La piccola Denise ora avrebbe ventidue anni, ma per noi è sempre quella bimba paffuta, con le manine a pugno sul petto, scomparsa il primo settembre 2004 davanti alla porta di casa sua a piano terra, nel centro casbah di Mazara del Vallo. La madre Piera Maggio uscì davanti ai giornalisti in compagnia del marito Tony, tuttora padre legale della piccola, affranto ma in secondo piano, fino a scolorire nelle cronache, quasi non fosse mai esistito. Di recente però, dinanzi alle rivelazioni della ormai ex moglie, si è deciso a sfogarsi con i media.

“…Pier  – continua infatti Pipitone – ha, inoltre, rivelato a nostro figlio Kevin, quando aveva 23 anni, che è stato concepito a Palermo con inseminazione artificiale da donatore anonimo. E da quel momento è cambiato l’atteggiamento di mio figlio nei miei confronti. Che bisogno c’era di dirglielo? Anche se avevo qualche sospetto, ho saputo che Denise non era mia figlia soltanto dopo il sequestro. A me Piera aveva detto che anche lei era stata concepita a Palermo sempre con inseminazione artificiale quando io ero in Toscana per lavorare e mantenere la famiglia. Per me, però, Denise rimane sempre mia figlia. Fino alla sera prima della scomparsa eravamo nel letto insieme e lei mi diceva ‘papà ti voglio bene’. Per me è viva e prego ogni notte per lei…Che idea mi sono fatto sul sequestro Denise? Non so cosa dire. Io stavo impazzendo, non avevo nemici. Scoprire la verità è compito delle autorità, cui ripongo massima fiducia. Di Anna Corona, Piera mi diceva che era la sua migliore amica. Poi, diventò la sua principale nemica. Ma con questo non voglio assolutamente dire che loro abbiano avuto un ruolo nel sequestro. Non lo so. Io non volevo frequentare i Corona, a differenza di Piera, perché a pelle non mi piacevano”.“. TP24.it 24 ottobre 2022

Il padre biologico della bambina è Pietro Pulizzi, da tempo emerso a compagno ufficiale della Maggio. che di recente ha dichiarato a “Chi l’ha visto?”

Il mio primo pensiero quando mi sveglio la mattina è poter avere una famiglia felice, avere una vita tranquilla. Quella che ci manca da anni, riavere Denise a casa. Quello è il primo obiettivo. Mi addormento e mi sveglio con il pensiero di Denise . IlSussidiario.net –  9 ottobre 2022

Si legge nello stesso articolo:

“…Le indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone si sono concentrate a lungo proprio sulla pista familiare, ma proprio la madre Piera Maggio ed il padre naturale Pietro Pulizzi sarebbero stati successivamente accusati di avere ritardato l’inizio di queste. La loro relazione e la reale paternità della bambina, infatti, non erano fino a quel momento note. La donna ne parlò agli inquirenti soltanto il 4 settembre 2004.

A rivelarlo, puntando il dito contro la coppia, è stato Giuseppe Linares, ex capo della Squadra Mobile di Trapani, nel corso del processo che vide imputata per false informazioni la pm Maria Angioni. “Solo tre giorni dopo la scomparsa, dopo che il pm chiese la prova del Dna, Piera Maggio rivelò che la bambina era figlia di Pietro Pulizzi e che Anna Corona (ex moglie di Pietro Pulizzi, ndr) era per questo arrabbiata con lei. E ciò provocò un ritardo nelle indagini”, avrebbe detto nel corso di una udienza secondo quanto riportato dall’Unione Sarda”.

In effetti nelle prime settimane dopo la scomparsa si cercava nelle comunità ROM, pista che la stessa Piera aveva avallato, dovendo in seguito scusarsi per averlo lasciato credere.

Anna Corona e la figlia Jessica sono da sempre nel mirino dei media, benché la seconda sia stata assolta da ogni addebito con sentenza definitiva; e contro la prima non si sia trovato nulla, fino ad oggi, nonostante una campagna avversa che perdura tra finti scoop e improbabili ricerche in muri e pozzi.

Poiché esiste una parentela tra i Pulizzi e il pregiudicato Giuseppe Dassaro, condannato per due omicidi e oggi definito collaboratore di giustizia, si percorsero le peggiori ipotesi, supportate da incerti testimoni che avrebbero avvistato, quel primo settembre,  strane manovre con un fagotto: ma risultò un nulla di fatto.

Non sono mancate altre supposizioni

A odiarla (Piera), però, anche Matteo Marino, l’ex marito di Giacoma Maggio, sua sorella. In un’intercettazione resa nota durante l’ultima puntata di Quarto Grado, il padre naturale di Denise, Pietro Pulizzi, parlava con la signora Giacoma a pochi giorni dalla scomparsa della bambina. Insieme riflettevano sui nomi dei possibili responsabili: Tony Pipitone, che fino a quel momento aveva creduto che la bambina fosse sua figlia; Anna Corona, ex moglie di Pulizzi e Matteo Marino, ex marito di Giacoma Maggio che addebitava alla cognata Piera la responsabilità della fine del suo matrimonio. Riferendosi proprio a lei, il 2 settembre del 2004 avrebbe detto: “Le sta bene, perché non è degna di avere una figlia”. QDS.IT 2 giugno 2021

A lettori e ascoltatori resta sempre l’ingrato compito di destreggiarsi tra le innumerevoli e dissonanti notizie.

Piera Maggio, di recente divenuta nonna grazie al primogenito Kevin, è un volto conosciuto in Italia, come il suo legale Giacomo Frazzitta, entrambi spesso ospiti della fedele Sciarelli, che tra un sorriso e l’altro forse ha impistato il suo pubblico verso una direzione senza uscita.

I dubbi anziché diminuire aumentano. Davvero la Maggio avrebbe potuto far credere al marito di essere andata a farsi una “Fivet” senza dirlo allo sterile ( sappiamo oggi) Tony? Molti hanno seguito con trepidazione la vicenda, segnalando ogni possibile avvistamento, e non solo in Italia; la solidarietà verso la mamma, in una con l’ostilità popolare verso la ruvida Corona e la scostante Jessica, oggi a sua volta madre, potrebbe aver influenzato il sentimento comune fino a far deviare dalla strada per la verità?

Carmen Gueye

…segue