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Strage di Erba, Stefania Panza: “Ci sono delle criticità”

La strage di Erba è stata uno dei crimini più sconvolgenti degli ultimi anni e, nonostante le sentenze di condanna che hanno stabilito la colpevolezza degli imputati, ci sono ancora numerose criticità e debolezze che devono essere riconosciute. In particolare, c’è da considerare il fatto che le confessioni delle persone coinvolte non possono essere considerate certezze assolute, dal momento che sono esistite numerose false confessioni nel corso della storia.

Nel caso specifico di Rosa, una delle accusate della strage di Erba, è importante sottolineare il suo possibile ritardo mentale. Questo disturbo potrebbe averla resa vulnerabile e facilmente influenzabile, inducendola ad assumersi colpe che non aveva commesso. Inoltre, è stato dimostrato che Rosa soffre di un disturbo dipendente di personalità, al pari di Olindo Romano.

Questi fattori, combinati con la loro relazione affettiva, potrebbero aver portato entrambi ad assumersi la responsabilità del delitto per proteggere l’altro. Pertanto, è importante continuare ad approfondire le indagini sulla strage di Erba e non accettare le sentenze di condanna basate su prove fragile ma, invece, cercare di portare alla luce la verità effettiva. Solo così, potremo cercare di fare giustizia per le vittime e le loro famiglie.

Stefania Panza, autrice di diversi libri sulla Strage di Erba, è intervenuta nella trasmissione “Prisma” condotta da Andrea Mollas e Cinzia Santangeli in onda su Cusano Italia Tv.

Tarfusser e voi avete scritto pagine su pagine che spiegano il perché riaprire il processo.

“Premessa: Tarfusser ha scritto 58 pagine, noi circa mille. La sua è una tesi realizzata attraverso consulenze tecniche scientifiche. Negli ultimi anni abbiamo visto che nonostante le sentenze di condanna che diano per certo le colpevolezze di Rosa e Olindo in realtà le prove mostrano profonde criticità e debolezze. Riteniamo che non siano prove atte a giustificare la condanna ogni ragionevole dubbio”

Olindo e Rosa hanno dichiarato di aver compiuto quelle azioni.

“Bisogna dire che questa asserzione è molto forte e ci sono molti dati inerenti alle false confessioni e analizzando casi di false confessioni è emerso che 1 su 4 avevano falsamente dichiarato. L’81% di queste persone avevano confessato reati gravi, come un omicidio. Il fatto che una persona si auto accusi non è una certezza. Noi sosteniamo che ci siano false confessioni in base alle personalità di queste persone che furono sotto interrogatorio. Rosa ha un ritardo mentale e queste caratteristiche la rendono fra i sottogruppi più numerosi tra i falsi confessori. Immaginiamo una persona che non comprende le domande che le vengano poste, non comprende le relazioni causa-effetto, immaginiamo quanto facilmente possa essere ingannata. Al pari di Olindo Romano anche lei soffre di un disturbo dipendente di personalità che porta la persona che ne è affetta a dover dipendere da un altro soggetto. Rosa dipende da Olindo e Olindo da Rosa. Entrambi hanno confessato per proteggere l’altro. Si evidenzia il legame patologico dei due coniugi e il fatto di voler salvare l’altro è un indicatore di false confessioni”

Ci sono anche delle tracce ematiche che in questo caso possono portare al fatto che non siano stati loro.

“Sì. C’è la testimonianza di Frigerio. 15 giorni dopo la strage una traccia genetica fece emergere il sangue di Valeria Cherubini. Questa traccia è stata sottoposta a consulenza di un esperto e emerge che non c’è conciliabilità tra quanto repertato sul battitacco dell’auto di Olindo e quanto analizzato dal PM. La traccia non diede evidenza di tracce ematiche e fu evidenziata con il luminol e dovrebbe risultare non concentrata. Nel momento in cui questa traccia fu analizzata risultò molto concentrata e quindi sono contraddittori questi dati”

“Trovare la carotide in cinque minuti è inverosimile e riuscire a scappare anche. Sull’omicidio di Yussef: Rosa mima l’omicidio. Il fatto che non riesca ad esprimersi a parole è già un deficit. Rosa descrive l’omicidio di Yussef al contrario, tanto che uno dei PM gli chiede cosa stia dicendo. Lui la guida in tutta la ricostruzione in modo che lei alla fine dica che sia andata così. All’interno delle domande dell’interrogatorio c’era già la risposta. Scrissi una lettera a Olindo in cui gli chiesi cosa successe quel giorno, mi disse che se la cosa migliore era confessare, tu cosa fai? Nessuno dei due ha una cultura giuridica”

Ci può dire i tempi, che tempi abbiamo per la revisione?

“Questo dipende dalla giustizia. Credo che entro un mese si avrà la risposta se verrà dichiarata ammissibile la revisione. Teniamo conto anche della revisione fatta dal pool legale. Si avranno due richieste”.