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In Germania classi separate per studenti disabili? Le motivazioni della proposta shock

L’uscita di Bjorn Hocke sulle classi separate per i bambini disabili o stranieri, allo scopo di aumentare la produttività degli studenti senza deficit cognitivi, ha scatenato un acceso dibattito sul sistema scolastico in Europa e su come debba essere strutturato per garantire il benessere dei giovani.

Iniziamo col riconoscere che l’idea di separare gli studenti in base alle loro abilità o provenienza non è nuova. Alcuni sostengono che questa distinzione potrebbe offrire opportunità di apprendimento e sviluppo personalizzate, mentre altri vedono la creazione di classi separate come un’ingiustizia e un ostacolo all’integrazione sociale.

Nel corso di una intervista televisiva Bjorn Hocke, leader dell’AfD in Turingia, ha affermato che l’inclusione è uno dei “progetti ideologici” da cui il sistema educativo tedesco deve essere “liberato”. Tali progetti “non aiuterebbero i nostri studenti” e “non li renderebbero più produttivi”. Per Hocke, la scuola deve trasformare “i nostri bambini e giovani negli specialisti del futuro”, e i disabili rappresentano un “fattore di stress” che deve “essere rimosso dal sistema educativo”. Non è – così come da Europa Today – l’unico, ha aggiunto l’esponente di estrema destra: anche i bambini di migranti sono uno di questi fattori di stress. 

Tuttavia, bisogna tener conto che il concetto di classi separate per i bambini diversamente abili o stranieri non tiene conto della necessità di inclusività e del diritto di vivere una vita normale da adulti per ogni individuo. Separare gli studenti in base alle loro differenze potrebbe portare a una maggiore discriminazione e a una mancanza di comprensione reciproca.

Bjorn Hocke ha voluto così replicare sui social alle critiche: “Da insegnante con anni di esperienza, che si è sempre impegnato con i suoi alunni, so quanto sia importante la migliore promozione individuale possibile per ogni bambino. La scuola dovrebbe preparare la nostra prole ad una vita indipendente. Per le mie critiche al “progetto ideologia inclusione” ho ricevuto una dura disapprovazione da parte dei media, tuttavia la mia argomentazione si basa sull’esperienza: A seconda del tipo di disabilità, la scuola regolare è semplicemente sovraccarica di soddisfare le esigenze di apprendimento degli studenti colpiti. La Germania soffre di una carenza cronica di insegnanti e, di conseguenza, di aule scolastiche sovraffollate – come si garantirà che un bambino con disabilità sia dotato del necessario ambiente di apprendimento? I bambini e i giovani non dovrebbero essere sottoposti a stress di apprendimento perché si vuole costringerli ad un’istruzione regolare a tutti i costi. Piuttosto, è ora di ridare le scuole di credito, dove classi piccole e personale docente ben formato possono rispondere alle esigenze degli studenti”.

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“Soprattutto – ha aggiunto Bjorn Hocke – il supporto vitale dovrebbe sapere quanto sia importante creare opportunità di trasporto speciali e rifugi per persone con disabilità di tutte le età. In questo contesto, puoi anche essere inserito nella vita aziendale in un secondo momento. L’inclusione a tutti i costi, però, spesso serve più all’ambizione dei genitori e dei pedagoghi che agli interessi dei colpiti. Quindi, e non per disprezzo dei colpiti, vorrei capire la mia argomentazione contro l'”inclusione del progetto ideologico”. La riconoscenza per le persone con disabilità non va misurata dalla forma di scuola frequentata, ma dall’accettazione per quello che sono”.

Molti genitori per cercare di agevolare i figli alla prima difficoltà chiedono l’intervento degli specialisti, i quali diagnosticano disgrafia, dislessia, disortografia o discalculia e varie altre difficoltà. Nella maggior parte dei casi tali problemi sono reali, ma vi è una parte di genitori che approfitta di un sistema che dà gli strumenti a degli alunni che non ne hanno una reale necessità. L’Italia ha il primato nell’inclusività nella scuola di tutti gli ordini e i gradi ed è stata la prima a promuovere leggi che garantissero a tutti gli studenti, anche quelli disabili o con altre difficoltà, di studiare serenamente in ambienti inclusivi e accoglienti. E’ comprensibile che ci possano essere situazioni difficili da gestire, ma scegliere la via più facile può danneggiare l’autonomia e la crescita personale dell’alunno. Diventa quindi importante trovare un equilibrio tra le necessità individuali di ciascuno e le aspirazioni sociali di inclusione.

La questione del sistema scolastico in Europa è complessa e delicata, di sicuro non può essere oggetto di alcuna forma di razzismo o di eugenetica che rimandi a epoche buie per il nostro continente.