Il rettore dell’Università di Trento, Paolo Deflorian, lancia un allarme – così come riportato dal sito Rai e ripreso dal Consigliere Marini – in vista dell’inizio dell’anno accademico. Nel bilancio del 2023 si prevede un deficit tra i 10 e i 15 milioni di euro, a causa di diversi fattori che pesano sui conti dell’ateneo. Uno dei principali motivi è l’obbligo di indicizzare gli stipendi al tasso di inflazione, che comporta costi sempre maggiori per l’università.
Ad intervenire sulla vicenda anche il Consigliere provinciale Alex Marini del M5S che ha affermato: “Le dichiarazioni del rettore Flavio Deflorian in merito al rosso di bilancio dell’Università di Trento non hanno nulla di sorprendente, sono la logica conseguenza di 5 anni di governo da parte di una destra che ha agito come un tarlo all’interno delle istituzioni pubbliche depotenziando e asservendo i servizi alla logica della lottizzazione politica già in voga ai tempi dei governi Dellai”.
Tuttavia, Deflorian sottolinea che la cosiddetta “quota base” di finanziamento provinciale, pari a 114 milioni di euro, è rimasta la stessa negli ultimi 12 anni. Secondo il rettore, la crescita dell’università è stata sostenuta principalmente dai finanziamenti esterni, ma senza ulteriori fondi, diventa difficile mantenere il livello di qualità e sostenere la crescita dell’ateneo.
Il Consigliere Marini ha poi voluto aggiungere che: “Con questi conti è ovvio e al tempo stesso preoccupante che la Scuola di medicina di Trento sia a rischio. In Trentino c’è assoluto bisogno di professionisti da impiegare nei servizi sociosanitari nella promozione delle politiche per la salute, professionisti alla cui carenza si potrebbe ovviare proprio istituendo una scuola di medicina a Trento, in modo da formarli e, sperabilmente, mantenerli, in Provincia. Una Scuola di medicina però costa e per realizzarla servono soldi. Questo era chiaro fin da subito, e il M5S aveva fatto presente che la Scuola di medicina avrebbe rischiato di impattare sugli altri servizi universitari in assenza di ulteriori risorse. All’epoca però la politica di quelli che la sanno lunga aveva preferito sorvolare sulla realtà dei fatti, preferendo raccogliere facili applausi. Oggi ne vediamo i risultati”.
Con le elezioni in arrivo, è poco probabile che l’università riceva più risorse nel prossimo bilancio. Pertanto, il rettore si rivolge alla futura giunta chiedendo un chiarimento sul ruolo dell’università nel territorio. Deflorian sostiene che se l’università è considerata un motore di sviluppo per l’intera regione, allora essa rappresenta un investimento, altrimenti è solo un costo.