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Editoriali

La strategia cinica di Emanuele Fiano e del Partito Democratico

Cesare Lombroso, correligionario di Fiano, era il più noto sostenitore della fisiognomica (disciplina che risaliva a secoli prima) ma sarebbe un errore clamoroso applicarla proprio a Fiano. Il parlamentare del Pd non è per nulla stupido come si potrebbe pensare osservando il suo viso. E la sua legge liberticida è indubbiamente simile alle scelte dell’Isis e dei talebani afghani, ma anche in questo caso sarebbe un grave errore limitarsi a considerarla una squallida vendetta di un personaggio altrettanto squallido.
La porcata che porta il nome di Fiano è invece una legge che si inquadra in una precisa strategia. Il Pd è in gravissima difficoltà per le scelte criminali contro gli italiani in merito alle migrazioni ma anche per le politiche economiche. Dunque occorre spostare l’attenzione dalla crisi della sicurezza e dalla mancanza del lavoro portando le discussioni sul tema del ritratto del Duce sulle bottiglie di vino. E non c’è dubbio che Fiano ed il Pd ci siano riusciti. Con l’aiuto dei giornali di servizio che, a Torino ma anche sui tg, hanno scatenato le solite polemiche contro il Comune di Carmagnola reo di aver sconsigliato un gruppo musicale di nuove risorse dall’intonare Bella Ciao alla sagra del peperone. Il nesso tra la canzone ed il peperone non è chiaro, ma è chiaro che le amministrazioni di centro destra dovrebbero smetterla di affidare ai gruppi di sinistra l’organizzazione di eventi. Così si eviterebbero inutili provocazioni.
Ma al Pd, ovviamente, va bene così. Anche perché il Var ha ridotto le polemiche calcistiche e, dunque, occorre distrarre gli italiani in altro modo. In galera chi in casa ha un accendino con un fascio, distruzione di obelischi e di architetture del Ventennio. È ovvio che non siano queste le priorità. Ma Fiano, se non dovesse bastare, è pronto a far abbattere anche le statue di Giulio Cesare e magari anche il Colosseo. L’importante è deviare l’attenzione dalla povertà del Paese, dai crimini delle grandi risorse boldriniane, dalla mancanza di lavoro per i giovani italiani.
Non basta il calcio? Non bastano i vaccini contro malattie che erano scomparse prima dell’invasione o erano meno virulente? Non bastano gli sproloqui del ministro Fedeli sul futuro della scuola? E allora che guerra sia contro i saluti a braccio teso, contro le tombe, contro la storia. Una strategia ben precisa, non la stupidità di uno con una faccia che non sprizza intelligenza ma che stupido non è. Una strategia che punta allo scontro per nascondere i fallimenti.
Augusto Grandi