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MARO', ITALIA FINALMENTE CHIEDE ARBITRATO INTERNAZIONALE

E’ di ieri la notizia che vede, finalmente, l’Italia attivarsi nella risoluzione del caso marò. Lo annuncia la Farnesina spiegando che la decisione è stata presa a conclusione della necessaria fase negoziale diretta con l’India e di fronte alla impossibilità di pervenire a una soluzione della controversia.

Il governo italiano si è deciso ad attivare l’arbitrato internazionale sul caso dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, nel quadro della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. Sulle “spinte” e le “sollecitazione”, avanzate dal Parlamento e dalla sua opposizione, la Farnesina ha dichiarato che ora si procederà nel portare a conclusione una delle situazioni diplomatiche più controverse e dibattute di questi ultimi anni. Situazione, che ha visto i nostri due marò (militari in servizio su una nave batti bandiera Italiana e in acque internazionali), essere accusati dal governo indiano di aver sparato dalla Enrica Lexie, nel febbraio 2012, durante una operazione anti pirateria e di aver ucciso due pescatori del Kerala. Senza tuttavia la dimostrazione di prove che (seppure a favore dei marò, nella dimostrazione delle prove balistiche), li condannassero definitivamente.

Ora, di fronte alla impossibilità di pervenire a una soluzione della controversia, la Farnesina si è mossa, chiedendo immediatamente l’applicazione di misure che consentano la permanenza di Massimiliano Latorre in Italia (è ancora qui per curarsi) e il rientro dall’India di Salvatore Girone nelle more dell’iter della procedura arbitrale. Da parte italiana – si legge in una nota – vi sarà un impegno a tutto campo per far valere con la massima determinazione le ragioni a fondamento della nota posizione del nostro Paese sulla giurisdizione e sull’immunità. Obiettivo dell’Italia – si legge ancora nel comunicato della Farnesina – è la conclusione positiva della vicenda, protrattasi sin troppo a lungo, dei due fucilieri di marina ai quali il governo rinnova la sua vicinanza. Nelle ore precedenti l’attivazione dell’arbitrato il governo ha informato della decisione presa i presidenti delle commissioni Esteri e Difesa del Senato e della Camera.

L’Italia e il suo Governo, che già tempo fa si era pronunciato su questo caso, con l’avvio di mandato del premier Matteo Renzi, tenta ora una prova di forza. Sarà che finalmente il nostro Governo si sia svegliato, togliendosi quella benda dagli occhi che per ben tre anni ha tenuto fingendo o facendo finta di nulla? Sarà che gli slogan del premier non sono stati abbastanza, tanto da suscitare indignazione anche fra coloro che gli avevano dato “fiducia”?

Ora a recriminare giustizia non sono solo i due marò, ma gran parte di coloro che da anni combattono per questa idilliaca situazione e ne vogliono una veloce risoluzione. Ora è il momento dell’unità delle Istituzioni e del Paese per vedere finalmente affermati, secondo le norme del diritto nazionale e internazionale, l’innocenza e i diritti dei Marò e dell’Italia, dopo oltre tre anni di ingiusta detenzione.

Non resta che appellarsi al buon senso e attendere una risoluzione che dia al più presto quella giustizia che i marò e il nostro paese meritano da tempo. Buon senso che il Governo dei “sinistri” ad oggi non ha avuto, aspettando forse troppo. Ma come si suol dire, meglio tardi che mai. E che sia veramente questa #lavoltabuona. Almeno questa volta.

di Giuseppe Papalia.

Riguardo l'autore

giuseppepapalia

Classe 1993. Giornalista pubblicista, consulente di comunicazione per i deputati al Parlamento europeo, corrispondente da Bruxelles. Una laurea in scienze della comunicazione e una magistrale in giornalismo con indirizzo “relazioni pubbliche” all'Università degli studi di Verona. Ha collaborato con alcuni giornali locali, riviste di settore e per alcune emittenti televisive dalle istituzioni europee a Bruxelles e Strasburgo. Con TotalEU Production dal 2019, ho collaborato in qualità di social media manager e consulente di comunicazione politica.

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