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Il sogno del boxing day all'italiana naufraga tra i trasporti

Una delle grandi novità della Serie A 2017-2018 è il cosiddetto boxing day. Il nome deriva dalla consuetudine britannica di “festeggiare” il giorno di Santo Stefano con una giornata del campionato nazionale, che spesso e volentieri è un successo di pubblico sia allo stadio che in televisione. Per dire, citando i dati riportati da Calcio e Finanza la partita del 26 dicembre 2016 è stata la più seguita con ben 379.293 biglietti venduti riempiendo gli stadi per una media del 97,22%.
Cifre spaventose, se consideriamo che in Italia nel 2016-2017 sono stati venduti in media 221.642 biglietti a giornata, quasi la metà del campionato inglese. Un numero troppo basso per il prodotto calcio italiano, indiscutibilmente di qualità se consideriamo che a risultati in Europa in questa stagione il campionato italiano è secondo solo al campionato inglese e alla pari con quello spagnolo, che però punta forte sulle due big Real MadridBarcellona.
La Serie A allora ha pensato – anche in ottica Mondiale – di giocare ben 3 boxing day: una nel week-end del 22-23 dicembre, una il 26-27 dicembre solo in Coppa Italia e solo per due partite e una il 29-30 dicembre. Per prevedere una quantità tale di partite nel periodo natalizio, si prevede una quantità di tifosi imponente, che facciano girare l’economia tra trasportialimentarigadget e quant’altro.
Ecco, proprio i trasporti sono il punto cruciale. Prendiamo la partita del 29-30 dicembre – utile per festeggiare fuori casa il capodanno – e prendiamo ad esempio la sfida tra le due squadre geograficamente più lontane: Benevento-Chievo. I tifosi gialloblu, qualora volessero giungere nel feudo mastelliano, dovrebbero affrontare una trasferta da 710 km, con il grosso vantaggio dell’aereo. L’ora e mezzo di volo che separano Verona da Napoli lascerebbero poi a un tratta di treno da 90 minuti l’arrivo allo stadio Vigorito. Allo stesso modo potrebbero muoversi i tifosi cagliaritani implicati nella trasferta di Bergamo contro l’Atalanta. Prendiamo però la sfida tra la Sampdoria e la SPAL: i ferraresi dovrebbero affrontare una vera e propria epopea.
Impossibile pensare di prendere l’aereo a Bologna, non essendoci voli diretti per il capoluogo ligure. Bisogna dunque ripiegare sui mezzi via rotaia o via gomma: in auto si impiegherebbero ben 3 ore e 35 minuti di sola andata, quindi 7 ore per l’intera trasferta, ma peggio ancora accadrebbe col treno. Il biglietto più conveniente per un viaggio di sola andata da 4 ore e 31 minuti supera i 60€. Più del biglietto dello stadio, che porterebbero il costo della trasferta – contando ovviamente anche i pasti – a toccare i 200€ a persona.
Prendiamo invece la partita tra le squadre più distanti del boxing day 2016 in Premier League: Swansea City-West Ham United. I gallesi e gli Hammers sono separati da 188 miglia, l’equivalente di 302 chilometri, percorribili in 3 ore di treno per meno di 50 sterline. I prezzi sono ovviamente da raddoppiare contando anche il ritorno. Ma bisogna ammettere che spendere poco più di 100 euro per 6 ore di treno senza cambi possono anche essere considerati giusti. Soprattutto considerando che una tratta di pari distanza come Roma-Ancona andata e ritorno può venire a costare sui 70 euro a fronte però di un viaggio di non meno di 7 ore, senza contare il non certo prestigioso servizio offerto da Trenitalia per le tratte appenniniche e adriatiche.
Il risultato in termini di biglietti per Swansea City-West Ham United? Solo 43 posti vuoti, per uno stadio pieno al 99,79%. Anche per merito dei tifosi del West Ham, storicamente tra i più attaccati alla loro squadra. L’ultima gara del 2016 in Serie A tra due squadre lontanissime – escludendo le trasferte isolane – si è svolta sempre a Genova tra SampdoriaUdinese. Quasi 14 ore di viaggio andata e ritorno per svolgere 1000 chilometri per 140€ minimo. Risultato? 17.526 spettatori su uno stadio da più di 35.000 posti. Quasi metà stadio completamente vuoto.
Questa, dunque, è una delle chiavi di lettura del perché il boxing day calcistico in Italia è una scommessa troppo azzardata: certe aree d’Italia sono ancora troppo distanti perché si possa viaggiare in comodità da una parte all’altra del paese. Senza contare poi la scarsa attitudine agli stadi nel mondo italiano, dovuta anche a prezzi talvolta eccessivi proposti dalle squadre, che però su questo stanno lavorando. Ciò che manca è invece l’incentivazione di un trasporto pubblico su rotaia di qualitàvelocità. L’esempio di Genova è lampante: che si sia di Ferrara o di Udine, per non parlare del Meridione, raggiungere la Superba è quasi un tabù. A meno che non si abbia molto tempo da dedicare alla città, che di certo il tempo lo merita.
Riccardo Ficara