Editoriali

Moscovici e il diritto d'ingerenza

Le vestali offese protestano per l’ingerenza del commissario europeo Pierre Moscovici nella campagna elettorale italiana. Che ci sia stata una ingerenza è evidente, ma perché stupirsi e perché indignarsi? Moscovici difende la casta di euro burocrati di cui fa parte, nella consapevolezza che l’Europa dei popoli non ne può più di questi cialtroni. E il commissario europeo, legittimamente anche se non elegantemente, si attacca ad ogni appiglio.
Giudicando improponibile lo sforamento del deficit proposto dai 5 stelle e dimenticando, lui francese, che Parigi ha il record di sforamenti. Moscovici attacca anche la Lega sulla questione migranti, ed anche in questo caso dimentica i blocchi (sacrosanti) francesi per fermare i passaggi clandestini oltre Ventimiglia. Ma non è questo il problema vero. Moscovici è considerato pericoloso perché il pensiero unico obbligatorio lo ha trasformato in un personaggio di rilievo. Colpa della Lega, dei 5 stelle e di chiunque si dichiari contrario a questa Europa dei burocrati pur accettandone le logiche assurde. Senza far nulla per contrastarle. Forza Italia ha piazzato Tajani e il suo uomo si è subito adeguato al pensiero unico obbligatorio.
Moscovici è libero di esprimere una opinione e se chi non è d’accordo non ha strumenti di comunicazione adeguati, la colpa non è del commissario europeo. È stupido, non solo ingenuo, pensare che un commissario europeo sia super partes e non l’espressione di un ben preciso schieramento politico a cui risponde. È stupido, non solo ingenuo, sperare in una informazione obiettiva e non schierata. Ma se si va in guerra disarmati, per taccagneria o stupidità, non ci si può lamentare se il nemico si presenta con missili e carri armati. È normale che l’Europa dei burocrati non voglia essere sostituita dall’Europa dei popoli. Una normale autotutela che, da qui alle elezioni, porterà a moltiplicare gli interventi, le ingerenze, le intrusioni e le menzogne. E se non si è in grado di confutarle e contrastarle, forse non si è neppure in grado di governare

Riguardo l'autore

augustograndi

Augusto Grandi, giornalista professionista. Corrispondente del Sole 24 Ore. Premio St.Vincent di giornalismo nel 1997.

Ha pubblicato libri di saggistica e di narrativa. Tra i primi "Sistema Torino", "Sistema Piemonte", "Lassù i primi, la montagna che vince" (Premio Acqui Ambiente), "Eroi e cialtroni, 150 anni di controstoria", "Il Grigiocrate Mario Monti". Per la narrativa "Un galeone tra i monti", "Baci e bastonate" (premio Anguillarino), "Razz, politici d’azzardo".

È membro della giuria del premio Acqui Storia.

Secolo Trentino