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Politica locale

Marco Leonardelli: intervista al nuovo coordinatore dei giovani della Lega Trentino

Marco Leonardelli potrebbe essere un nome sconosciuto ai non addetti ai lavori, anche se a soli 24 anni ha le idee chiare e una nuova nomina come coordinatore dei giovani della Lega del Trentino. Il giovane leghista di Mezzolombardo è tecnico dei servizi turistici e pratica molto volontariato; ha risposto gentilmente a qualche domanda.
Cosa significa oggi essere coordinatore del gruppo giovanile della Lega? Senti più responsabilità rispetto ai tuoi predecessori?
Essere coordinatore dei giovani oggi è sicuramente più facile, per il grande risultato che ha ottenuto la Lega sia a livello nazionale che locale. Oggi siamo più attrattivi anche verso i giovani, questo grazie soprattutto al grandissimo lavoro fatto sui social da Matteo Salvini. I miei predecessori hanno combattuto in un era dove non era facile essere della Lega in Trentino. Io sento sicuramente una grossa responsabilità: prendere tutto il bene fatto in questi anni da Denis Paoli [coordinatore uscente] e continuarlo con umiltà cercando di portare più giovani possibili all’interno del movimento.
Come si dovrebbero gestire le recenti occupazioni (di nuovo) a Sociologia?

È una situazione veramente odiosa, perché sappiamo che la maggior parte di queste occupazioni sono gestite dai centri sociali – e quindi hanno una connotazione politica ben definita. Nel caso dell’occupazione di Sociologia, io inviterei il rettore a prendere una linea dura contro questi avvenimenti. Gli studenti hanno tutti gli strumenti per far valere le loro idee all’interno dei consigli. Vorrei vedere invece quei studenti che non sono d’accordo con questi eventi protestare davanti alla facoltà.
Si può ancora parlare di antifascismo, a 70 anni di distanza dal periodo storico di riferimento? E come si può rispondere alle istanze di coloro che lo propagandano attraverso i disordini?
No, non si può ancora parlare di antifascismo anche perché ad oggi non esiste nessun pericolo fascista in Italia. Come nel caso delle università, i protagonisti sono molte volte i centri sociali, che a mio modo di vedere devono essere radicalmente cambiati, e nella maggior parte dei casi devono essere chiuse le loro “sedi” (che troppe volte sono occupate abusivamente). Come si fa a rispondere ad un disordine? Con l’ordine. Quindi più controlli e più sanzioni a chi in nome di una propaganda priva di fondamento crea danni incredibili alle nostre città.
Si può sperare di vedere miglioramenti nelle università, come ad esempio un aumento delle postazioni studio?
Certo: come ho detto nel mio primo discorso da coordinatore, noi abbiamo il dovere di rappresentare gli studenti e quindi portarne avanti le problematiche. Sono disponibile a incontrare tutti quelli che hanno qualcosa da dire in merito. Chi meglio di chi vive l’università la può migliorare!?
Un’altra problematica è quella della sicurezza. Esiste quindi l’emergenza sicurezza? Ad esempio, da ragazza, posso andare in giro da sola senza avere paura?
Chi dice che non c’è un problema di sicurezza, soprattutto a Trento, non conosce la realtà. Noi della Lega siamo abituati a stare in mezzo alla gente, in mezzo alle piazze. La gente ha certamente paura, soprattutto quando cala la sera, ma ha anche tanta rabbia nel vedere che c’è poco controllo dalle forze dell’ordine. Tante zone di Trento sono o stanno diventando invivibili. Una ragazza che vuole farsi un giro da sola ad oggi non può che avere paura. Con questo timore la gente si rinchiude in casa ed è inaccettabile! Noi chiediamo più sicurezza e che la gente possa tornare a girare senza timore in città! Vogliamo tornare a vedere zone come piazza Dante a Trento vissute da famiglie, e magari bambini che giocano in tutta sicurezza nel parco.
In questo influisce anche un tema che è abbastanza caro alla Lega, ovvero l’immigrazione clandestina. Pensi sia gestita correttamente a Trento? In merito, un giovane come può operare nel contesto trentino?
Se fosse gestita in maniera corretta, a Trento non avremmo intere zone o quartieri in mano a immigrati, senza voglia di lavorare ma con tanta voglia di far casino. Un giovane può operare collaborando con le forze dell’ordine, denunciando tutto quello che c’è di sbagliato ma soprattutto cercando di tornare a vivere le città, magari girando la sera, perché più gente per bene è presente più queste persone fanno difficoltà a “gestire le loro tresche”. Noi come giovani della Lega cercheremo di fare eventi, soprattutto in zone che devono tornare ad essere dei trentini!
“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” [sua descrizione su Twitter]: che cambiamento vuoi vedere, in particolare?
È una frase che mi ha sempre colpito molto. In particolare vorrei veder tornare il sorriso nelle persone, la fiducia nel futuro, tornare ad essere l’Italia famosa in tutto il mondo per l’eccellenze che solo noi sappiamo fare!
A proposito di cambiamenti, come possono i giovani “aiutare” i senior nel concreto? Ci sono già dei progetti?
Noi giovani possiamo aiutare i senior con la nostra energia e le nostre idee. Nel concreto esserci, nei gazebo, nei volantinaggi. I progetti diciamo che sono in via di sviluppo, le nostre prime attività saranno di inclusione, di girare interamente il Trentino. Portare a più giovani possibili i messaggi della Lega. Perché il nostro primo compito da giovani della Lega del Trentino è avvicinare anche con leggerezza il ragazzo alla politicacominciare a formarlo, dargli tutti gli strumenti per farlo diventare magari un prossimo amministratore.
Infine, cosa diresti da giovane ai giovani che hanno paura a schierarsi politicamente? Il gioco vale la candela?
Da giovane non devi avere paura di niente: hai il dovere di crescere, maturare ma anche sbagliare. Se c’è anche solo la minima voglia di intraprendere il percorso politico, il mio pensiero è di provarci. La Politica con la P maiuscola è cercare di rappresentare tutti e se ho qualcosa da dire, o anche solo un idea di come cambiare le cose, il gioco vale davvero la candela.

Silvia Vazzana