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Cultura

I ragazzi non sanno più scrivere a mano

I ragazzi non sanno più scrivere a mano per colpa della scrittura digitale, che ha soppiantato la calligrafia. La denuncia arriva da vari fronti, a partire dalla scuola e dall’università fino ad arrivare agli appassionati di calligrafia; nonostante si stia diffondendo la cultura del lettering dal mondo anglosassone, non sembra che la tendenza si stia invertendo.

Fin dalla Preistoria la scrittura ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’uomo, tanto che le prime testimonianze risalgono addirittura al Neolitico. Con la scrittura si è sviluppata la società umana, facilitando attività fondamentali per la vita sociale come l’allevamento, l’agricoltura, la conservazione delle materie prime, fino ad arrivare alla più recente documentazione di fatti e persone.

Karin Harman James, esperto del dipartimento di Scienze psicologiche e del cervello dell’Università del’Indiana, in The effects of handwriting experience on functional brain development in pre-literate children pubblicato sulla rivista scientifica Trends in Neuroscience and Education, ha dimostrato scientificamente i benefici della calligrafiascrivere a mano incoraggia l’attività del cervello, affina le capacità motorie e può contribuire al successo scolastico dei bambini e degli studenti (basti pensare all’importanza dell’ordine in un compito o in una verifica).

Per di più, la scrittura a mano agevola la concentrazione tenendo più lontane le fonti di distrazione, migliora l’apprendimento critico perché consente una permanenza più lunga delle informazioni nel cervello, e in definitiva mantiene più attiva negli anni la mente.
Infatti, la calligrafia richiede ordine, controllo, rigore, e costringe lo scrivente a pazientare, prendersi del tempo, stare attento a non sbagliare e in tal caso correggere senza commettere ulteriori danni. Scrivere è una delle forme più alte di educazione che si possa fornire ad un bambino, un modo per incoraggiarlo a non arrendersi di fronte alle difficoltà pur rimanendo confinati tra righe e quadretti. La scrittura risalta come metafora della vita e della corretta gestione di tempo e spazio.

Inoltre, si può vedere la calligrafia come una forma d’arte. Sono innumerevoli le pergamene conservate nelle biblioteche italiane e mondiali, la maggior parte delle quali valgono più degli incunaboli e delle cinquecentine pur essendo talvolta più giovani rispetto a queste precoci forme di carta stampata. Il valore di un manoscritto originale è incommensurabile, e su ciò gli studi dei filologi si alimentano ancora oggi: ogni revisione dell’autore vale per questi studiosi persino più della redazione finale di un testo – e quest’ultima spesso neppure esiste, come nel celebre caso della Commedia dantesca. I manoscritti sono vere e proprie opere d’arte, tutelate esattamente come le altre forme artistiche.

Si potrebbe per questi motivi proporre un’ora o più di approfondimento della calligrafia ai vari livelli d’istruzione, come forma di palestra mentale e approfondimento culturale, magari legato alla storia dei monaci amanuensi, grazie ai quali il patrimonio culturale occidentale è arrivato ai giorni nostri.


Ben venga, nel mentre, la diffusione del “fenomeno lettering, ovvero lo studio di nuovi caratteri con una  forma particolare nato nel mondo pubblicitario e diffuso sul web attraverso Youtube e i social, per creare agende e quaderni personalizzati o per creare tatuaggi iconici. Il boom di manuali e tutorial lascia ben sperare, a patto che non vengano utilizzati solo attraverso tavolette grafiche.
Tornare a scrivere a mano è fondamentale, per tutti.

di Silvia Vazzana

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