La storia dei Khmer Rossi nasce nel 1960, come costola dell’ esercito popolare vietnamita, nel Vietnam del nord, fu solamente dopo il ritiro statunitense che gli Khmer rossi presero il potere, precisamente il 17 Aprile 1975.
Essi, erano i seguaci del Partito Comunista di Kampuchea, partito che si ispirava al ruralismo come forma di ideologica di politica.
I Khmer Rossi, fin da subito, si dedicarono alla “purificazione della nazione Cambogiana”, massacrando infatti le persone appartenenti alle classi più colte, basti pensare che il uso di occhiali era un segno tangibile e sufficiente per essere eliminati, cercarono di distruggere in oltre ogni legame familiare in quanto ritenuto incompatibile con la creazione della nuova società cambogiana, sopprimendo, in soli cinque anni, quasi un quarto della popolazione. Si ritiene infatti che il regime dei Khmer Rossi abbia causato la morte di 1,7 milioni di persone attraverso carestia, lavoro forzato ed esecuzioni di massa. Fu uno dei regimi più violenti del XX secolo, spesso paragonato a quello di Stalin e di Adolf Hitler.
Il 22 dicembre 1978, dopo alcuni anni di scontri di frontiera ed incursioni militari nel Vietnam, le truppe vietnamite invasero la Cambogia, occuparono la capitale, Phnom Penh il 7 gennaio 1979 e deposero il regime dittatoriale dei Khmer Rossi e del loro capo Pol Pot.
I Khmer Rossi però non si arresero e anche se l’est ed il centro della Cambogia furono fermamente sotto il controllo vietnamita nel 1980, la parte ovest del paese continuò a vivere sotto la loro influenza e ad essere un campo di battaglia che vede migliaia di morti per tutti gli anni ottanta.
Dopo un decennio di inconcludente conflitto, tutte le fazioni politiche cambogiane sottoscrissero un trattato nel 1991 a favore di libere elezioni e in favore del disarmo. Nel 1992 però i Khmer, ripresero a combattere e l’anno successivo riconobbero il risultato delle concordate elezioni.
Le guerre proseguirono fino al 1997, quando Pol Pot fu imprigionato e condannato. Con l’ex leader ormai imprigionato e con il suo decesso nel Aprile del 1998, il nuovo leader Khieu Samphan, si arrese definitivamente, lasciando orami il gruppo a pochissimi elementi.
Il 29 dicembre 1998 i rimanenti leader Khmer Rossi, ammetterono e contestarono i massacri e il genocidio commesso negli anni settanta. Nel 1999 molti membri si erano arresi o erano stati catturati e nel dicembre dicembre dello stesso anno i rimanenti leader si arresero e i Khmer Rossi smisero effettivamente di esistere.
Daniele Adorno