La Strage di Ustica è uno dei capitoli più bui della storia italiana, un evento tragico che ha segnato per sempre il paese. A oltre 40 anni di distanza, la verità sulle circostanze di quel terribile incidente aereo sembra ancora sfuggire alle autorità competenti.
Il 27 giugno del 1980, il DC-9 ITIGI dell’Itavia precipitò in mare nei pressi dell’isola di Ustica, provocando la morte di 81 persone. Fin da subito, i dubbi sulla causa dell’incidente si rincorsero, alimentando diverse teorie e ipotesi contrastanti.
Da una parte, c’è chi sostiene che il DC-9 sia stato abbattuto nella Strage di Ustica in seguito a una battaglia aerea tra caccia libici e velivoli della NATO, che avrebbero ignaro abbattuto anche il piccolo aereo di linea italiano. Dall’altra parte, c’è chi ritiene che un ordigno piazzato a bordo dell’aereo sia stato la causa dell’esplosione e del consequenziale disastro.
Solo di recente, nell’ambito del governo guidato da Mario Draghi, le carte relative alla vicenda della strage di Ustica sono state depositate presso l’archivio di Stato.
Secondo quanto affermato dal Senatore Giovanardi su Cusano Italia TV, il carteggio avrebbe mostrato una serie di eventi che avrebbero potuto portare all’attentato.
Dopo il sequestro di missili ad Ortona e l’arresto di Abu Saleh, referente del fronte di liberazione della Palestina, le minacce di rappresaglia da parte di gruppi estremisti palestinesi sarebbero aumentate. Il 27 giugno, il capogramma da Beirut avrebbe avvisato dell’imminenza di un attentato, che poi si è puntualmente verificato con l’esplosione dell’aereo.
Secondo Giovanardi, è ormai certo che l’aereo sia esploso a causa di una bomba collocata nella toilette di bordo. Il focus delle indagini ora si sposta quindi verso l’identificazione di chi sia stato il responsabile di questo terribile atto.
L’ex senatore Carlo Giovanardi relativamente alla tesi della battaglia aerea ha dichiarato: “Chi parla di battaglie aeree non ha visto le carte e non le hanno viste perché incredibilmente, solo nel dicembre del 2022 col governo Draghi sono state depositate nell’archivio di Stato e quindi ne siamo in possesso. Nel carteggio che io come membro della Commissione Moro ho già potuto vedere. Cioè dopo il sequestro dei missili ad Ortona e l’arresto di Abu Saleh che era il referente del fronte di liberazione della Palestina, il crescendo di minacce delle frange estremiste dei palestinesi che minacciavano una rappresaglia se non veniva liberato Abu Saleh, questi venne invece condannato e il 27 giugno al mattino parte il capogramma da Beirut del nostro addetto alla sicurezza dell’ambasciata che avvisa che siamo nell’imminenza dell’attentato, che scatta puntualmente la era con l’esplosione dell’aviojet. Io purtroppo queste cose non le ho potute dire l’anno scorso. Ora è assolutamente certo che l’aereo è esploso per una bomba collocata nella toilette di bordo, adesso i magistrati devono andare a scoprire chi ha messo quella bomba. Si aprono tante poste tra cui quella della minaccia di rappresaglia che Arafat e il fronte nazionale della Palestina avevano portato avanti richiamandosi all’accordo in base al quale secondo loro potevano far passare armi impunemente dal nostro Paese e in cambio non avrebbero fatto attentati”.
Alla domanda di Fabio Camillacci, perché in Italia, a suo giudizio, si fossero mosse subito tante procure, come Bologna, Roma, Palermo, Giovanardi ha risposto: “Perché in Italia soprattutto a quel tempo il magistrato era il peritos peritorum, cioè il magistrato in Italia può superare anche i dati tecnici facendosi una sua idea di quello che è accaduto. Il processo penale è arrivato fino in Cassazione, ha assolto con formula piena tutti i generali dell’aeronautica che avevano rinunciato alla prescrizione e ha scritto nero su bianco nella sentenza penale passata in giudicato che quella della battaglia aerea è una trama degna di un film di fantascienza. Una sommatoria di balle che sono servite a fare film, a vendere canzoni, sceneggiati etc. Il fatto che tutto sia stato segretato è dovuto agli accordi con la resistenza palestinese per evitare attentati. Tra gli anni ’70 e ’80 dato il grande numero di attentati i governi cercavano il modo di mettersi a riparo, solo in Italia tutto questo si è tradotto in una politicizzazione e nell’indicazione da parte della allora parte politica che era contro francesi e americani, poiché stavano con l’Unione Sovietica”.