Stamane l’ex Premier Paolo Gentiloni, attuale candidato Commissario agli affari economici dell’UE, ha ottenuto l’ok (quasi unanime, tranne da Gue e Id, gruppo di cui fa parte la Lega) dal Parlamento Europeo, dopo un lungo ed accorato intervento sulle linee programmatiche della sua politica.
Paolo Gentiloni ha iniziato il suo intervento affermando come supervisionerà l’applicazione del Patto di Stabilità e crescita in modo che sia sostenibile, aggiungendo come si riservi, ove necessario, di essere anche flessibile al fine di garantire una “fiscal stance” adeguata e permettere alle politiche di bilancio di promuovere gli investimenti. Aggiungendo: “il Patto di stabilità e crescita non è perfetto, userò l’opportunità che ci dà la revisione del six e two pack per riflettere sul futuro, basandomi sull’evidenza del passato e prendendo in considerazione il contributo del Fiscal Board“.
Un altro punto importante dell’intervento è stato quello relativo alla riduzione del debito pubblico, Gentiloni ha infatti evidenziato come, nell’applicare le regole, riserverà particolare attenzione a tale questione, affermando poi come si interesserà anche dell’uso adeguato dello spazio di bilancio per evitare il rischio di rallentamento delle economie.
“Negli anni che abbiamo alle spalle, nonostante il superamento della crisi economica e il ritorno della crescita, le sfide non sono certo mancate. E sono ancora aperte davanti a noi, con diversa intensità da Paese a Paese. Ma ovunque si manifesta la contraddizione tra la crescita economica e la sua insufficiente sostenibilità sociale e ambientale. I cittadini europei pretendono risposte” ha poi proseguito Paolo Gentiloni.
Prima di concludere, rispondendo ad una domanda dell’eurodeputato Marcus Ferber, l’ex Premier ha anche chiarito come non sarà il commissario solamente dell’Italia ma di tutti gli stati, dichiarando come darà alla bozza di bilancio italiana (attesa tra 12 giorni) la stessa attenzione che riserverà alle altre 27, senza alcun favoritismo di sorta.
Infine Paolo Gentiloni ha concluso ricordando come la flessibilità sarà uno dei punti chiave della sua politica, senza però che tale caratteristica si tramuti in concessioni verso questo o quel paese, ma rimanendo sempre all’interno delle regole.