Lo scorso 20 gennaio, Joe Biden, è entrato ufficialmente in carica come 46° presidente degli Stati Uniti d’America, succedendo al tanto criticato Donald Trump.
Sin dall’ufficializzazione della sua vittoria alle scorse elezioni, Joe Biden era stato incensato e celebrato come la figura giusta per “risolvere” tutti i problemi degli U.S.A. e, più in generale, del mondo, in contrapposizione all’operato del suo predecessore, Trump.
Anche in Italia, il risultato elettorale statunitense, era stato accolto con proclami di gioia e soddisfazione dall’opinione pubblica. Con molti che avevano inneggiato alla vittoria della democrazia e del buon senso, felicitandosi di essersi finalmente liberati della figura (ormai demonizzata a priori) di Donald Trump.
Se la maggior parte delle persone si aspettava che Biden si discostasse fin da subito dalla linea politico-economica del suo predecessore, nei fatti, la realtà è stata ben diversa.
È notizia di oggi infatti che il Presidente Biden, sia in procinto di firmare un decreto che favorisca l’economia nazionale statunitense e salvi posti di lavoro. Nello specifico, il decreto, prevede che venga avvantaggiato il “made in U.S.A.” con l’obiettivo ultimo di “accrescere gli investimenti nell’industria manifatturiera americana.”
Joe Biden in pratica, vorrebbe rilanciare l’economia statunitense puntando maggiormente sui prodotti interni e mettendo, momentaneamente, in secondo piano le importazioni. Un tema molto caro al suo predecessore che ne aveva fatto addirittura uno slogan, diventato famosissimo: “Make America Great Again“.
La ventata di novità tanto attesa, per ora, sembra solo parziale e chissà se, a lungo andare, la politica economica di Biden (qualora decidesse di continuare su questa linea) verrà criticata come quella del suo predecessore, Donald Trump.