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Cina supera gli U.S.A. e diventa il primo partner commerciale dell’UE

Ad evidenziarlo è stato uno studio di Eurostat sugli scambi commerciali internazionali che ha certificato come nell'anno appena concluso l'UE ha aumentato le importazioni dalla Cina del 5.6% (383.5 miliardi di euro), riducendo al contempo quelle dagli U.S.A. del 13.2%, fermando gli States a quota 202.5 miliardi.

Nel 2020 la Cina ha superato gli Stati Uniti ed è diventata la prima potenza commerciale dell’Unione Europea.

Ad evidenziarlo è stato uno studio di Eurostat sugli scambi commerciali internazionali che ha certificato come nell’anno appena concluso l’UE ha aumentato le importazioni dalla Cina del 5.6% (383.5 miliardi di euro), riducendo al contempo quelle dagli U.S.A. del 13.2%, fermando gli States a quota 202.5 miliardi.

Questi dati evidenziano come l’economia cinese sia stata una delle poche a non subire flessioni durante il 2020, affermazione che verrebbe confermata dal fatto che la Cina sia stata l’unica economia a registrare un aumento del prodotto interno lordo (+2.3%).

Sulla notizia, come riporta ANSA, è intervenuto direttamente il presidente del fondo monetario internazionale Bank of China, Xu Haifeng, che in merito dopo aver espresso la propria felicità per il grande risultato raggiunto ha affermato: “La Cina ha preso misure rigorose per combattere il Covid-19, il popolo e le imprese cinesi hanno fatto un grande sacrificio e questi sforzi hanno pagato: le filiere in Cina sono state ripristinate rapidamente e la forza della produzione cinese è stata mantenuta”.

Tra le cause di questo successo, un ruolo fondamentale l’avrebbe giocato la fine, dopo quasi 7 anni di trattative, degli accordi bilaterali sugli investimenti con l’Unione Europea. Una misura che, nei fatti, avvantaggerà ambo le parti negli affari commerciali.

La Cina quindi, nonostante la pandemia e la crisi economica causata dal Covid-19, ha saputo giocare bene le sue carte e, non solo, confermarsi come una delle potenze economiche mondiali ma addirittura superare gli Stati Uniti che da anni ricoprivano il ruolo di leader di questa “particolare classifica”.