Le borse degli Stati Uniti hanno chiuso venerdì il loro anno peggiore dal 2008 con ulteriori perdite. A riportarlo – tra le varie testate – anche Sky. Di fronte alla furiosa inflazione, la maggior parte delle principali banche centrali globali ha deciso di aumentare i tassi di interesse, il che ha avuto un effetto negativo sulle azioni e ha provocato una notevole volatilità in tutti gli altri mercati nel corso dell’anno, principalmente a causa dei timori di recessione. Gli investitori di tutto il mondo sperano in un sostanziale rallentamento dell’inflazione nel 2023 e persino in potenziali tagli dei tassi che potrebbero stimolare nuovamente la crescita economica.
Nel 2022, l’indice Dow Jones Industrial Average, il Nasdaq 100 e l’S&P 500 sono crollati rispettivamente dell’8,78%, 32,97% e 19,44%.
Venerdì il Dow Jones ha chiuso con una perdita dello 0,22%. Il Nasdaq 100 è sceso dello 0,10% alla chiusura. L’S&P 500 è sceso dello 0,25% alla fine delle negoziazioni. L’euro è salito dello 0,34% rispetto al dollaro, attestandosi a 1,07041.
Il 2022 è stato un anno sanguigno per quanto riguarda i mercati. La tecnologia e le criptovalute sono state particolarmente colpite a causa dei vincoli di liquidità, sebbene i fondamentali siano migliorati solo nello stesso periodo di tempo. Inoltre abbiamo assistito a terribili tensioni geopolitiche che hanno portato ancora più pressione sui mercati, ma ad essere onesti è l’ultima cosa di cui dovremmo parlare quando pensiamo alle atrocità commesse quotidianamente in quella parte del mondo.
Il possibile rallentamento dell’inflazione nel 2023 allenterà la pressione sulla FED affinché continui ad alzare i tassi. L’inflazione che rimane deve essere combattuta con altre misure come gli investimenti nelle stesse cause dell’inflazione (filiere, manifatturiero, energia, abitazioni). La FED dovà mettere in pausa i tassi per evitare una profonda recessione economica e se le cose continuano a migliorare, alla fine darà un po’ di respiro ai mercati abbassando i tassi. Questo non accadrà nell’immediato, ma è inevitabile.
Il mondo si sta rendendo conto che non possiamo fare affidamento su petrolio e gas russi, che spingeranno gli investimenti nei nostri amati titoli di energia pulita ed ETF.
M.S.