Nella mattinata odierna è stato prorogato sino al prossimo 30 giugno lo smart working per i lavoratori fragili e per tutti i genitori con figli minori di 14 anni. Tale proroga è stata disposta anche in assenza di accordi individuali con la premessa che tale procedura si concili con le “le caratteristiche della prestazione”.
In estrema sintesi è questo quanto disposto da un emendamento promosso dal Partito Democratico al Decreto Milleproroghe approvato all’unanimità nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato, come confermato dallo stesso primo firmatario dell’emendamento, il Senatore Antonio Nicita attraverso un post sul proprio profilo Facebook.
“Decreto Mille Proroghe: In Commissione lavoro agile recuperato in parte emendamento PD bocciato ieri su proroga lavoro agile per i fragili. Approvato emendamento (a mia prima firma) per prorogare il lavoro agile per genitori con figli di età inferiore ai 14 anni. Bocciato invece un emendamento a mia prima firma, ma sottoscritto poi da tutte le forze politiche, volto a contribuire a un riordino equilibrato delle Camere di Commercio in Sicilia. Ma ci torneremo” è quanto si è letto dal profilo del senatore del Partito Democratico.
Si conclude così una vicenda che, nelle ultime ore, era stata al centro di numerose discussioni, con la proroga dello smart working per le persone fragili e per i genitori con figli minori di 14 anni che aveva seriamente rischiato di saltare principalmente per problematiche legate alla copertura per i lavoratori dipendenti della Pubblica Amministrazione, ovvero alla reperibilità di risorse economiche.
Copertura per lo smart working che, come riporta Il Sole 24 Ore citando un intervento dello stesso presidente della commissione Affari Costituzionali, Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, è stata trovata nella giornata odierna dal Governo per un importo pari a 16 milioni di euro.
Senza voler entrare nel merito delle discussioni relative alla liceità di tale provvedimento, risulta evidente come, senza proroga, si sarebbe persa la forza lavoro di numerose persone, con conseguenti disagi per tutta la collettività. A stupire maggiormente infatti, sono le motivazioni con le quali tale emendamento ha rischiato di saltare: la mancanza di coperture.
Perché se da un lato è vero che l’incerta situazione economica globale porti i Governi di tutto il mondo a dover fare profonde analisi e riflessioni, dall’altro, è altrettanto vero che uno dei primi obiettivi di ogni Governo dovrebbe essere la tutela del benessere della propria cittadinanza. E’ molto difficile da digerire il pensiero che uno Stato trovi senza problemi i fondi per finanziare l’invio di armi ad una nazione straniera come l’Ucraina, ma che rimanga parzialmente sordo di fronte alle difficoltà di una parte della propria popolazione.
Tralasciando le polemiche che sin dall’inizio della guerra hanno accompagnato la decisione di inviare fondi e armi all’Ucraina, che al momento vive una delle pagine più drammatiche della sua storia, vittima suo malgrado dell’aggressione da parte della Russia, deve essere fonte di osservazione però, il fatto che (purtroppo) le risorse economiche non sono infinite e che usarle per sostenere uno stato estero comporti il non poterle investire in altri settori, a volte strategici per il benessere della cittadinanza.
Fortunatamente, anche grazie al lavoro di un esponente del PD, questa eventualità è stata scongiurata e si è evitato che persone in grado di poter lavorare, possano continuare a farlo, grazie allo smart working, (almeno fino al prossimo 30 giugno) in piena sicurezza per loro e per gli altri. A far riflettere però è anche il fatto che per arrivare ad una soluzione sia stato necessario l’intervento di una delle forze dell’opposizione che ha messo in luce una scarsa attenzione delle forze di maggioranza sul tema.
Scarsa attenzione che poteva costare una grande figuraccia per il Governo.