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Caso Cospito. Per il giudice De Gioia: “sciopero della fame non deve diventare ricatto nei confronti dello Stato”

Il magistrato ha esordito proprio parlando del caso Cospito, specificando: "Lo sciopero della fame che poi ha portato al ricovero non deve diventare un ricatto nei confronti dello Stato. Cospito ha gli strumenti giuridici da utilizzare, non deve utilizzare altri strumenti".

Valerio De Gioia, giudice del tribunale penale di Roma, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente su Radio Cusano Campus per commentare e fornire il proprio punto di vista sulla delicata vicenda di Alfredo Cospito.

Il magistrato ha esordito proprio parlando del caso Cospito, specificando: “Lo sciopero della fame che poi ha portato al ricovero non deve diventare un ricatto nei confronti dello Stato. Cospito ha gli strumenti giuridici da utilizzare, non deve utilizzare altri strumenti”.

Proseguendo nel suo intervento, Valerio De Gioia si è soffermato anche sulla vicenda della visita di alcuni parlamentari allo stesso Alfredo Cospito: “Quello del parlamentare è un diritto, però è finalizzato a verificare le condizioni in cui i detenuti si trovano. Incidere sulle valutazioni dell’autorità giudiziaria lo trovo inopportuno“.

In un altro passo particolarmente rilevante del suo intervento, il giudice si è espresso anche in generale sul 41 bis: “Il 41 bis ha dato buona prova del suo funzionamento. Il discorso è un altro, è valutare opportunamente caso per caso la necessità di un regime come il carcere duro che deve essere utilizzato per alcuni casi specifici, non per quelli ordinari”.

Infine, concludendo, Valerio De Gioia ha parlato anche dell’arresto di Messina Denaro: “Escludo che ci sia stato un accordo o che comunque si sia lasciato prendere. Io penso che avesse perso il potere per continuare a vivere una latitanza sfacciata”.