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Politica locale

Provinciali 2023, le indiscrezioni che fanno tremare il centrodestra: dopo la morte di Berlusconi, FDI rispetterà i valori d’area?

Ei fu. Silvio Berlusconi ci ha lasciati da pochi giorni e nel centrodestra la sua assenza comincia a pesare come un macigno. C’è chi si chiede chi raccoglierà il vuoto che ha lasciato e chi intenta improbabili scalate, anche a rischio di far implodere tutto quanto. E se le dinamiche a livello nazionale sembrano far registrare scossoni di magnitudo Richter, per alcuni solo scosse temporanee e di assestamento, a livello locale dopo le recenti elezioni amministrative – che hanno visto trionfare un po’ ovunque il centrodestra – ci si chiede come andranno le prossime provinciali in Trentino. Chi schiererà tra i propri ranghi la Lega, che proprio alle scorse provinciali fece bottino pieno? E gli alleati? A tenere banco in queste settimane le voci, ricorrenti, di alcuni ingressi di importanti esponenti, già noti in questi anni nella politica locale trentina, tra le fila di Fratelli d’Italia a trazione Meloni, questa volta pronta a raccogliere, sulla scia nazionale che l’ha portata in cima a tutti i sondaggi, il massimo consenso e, magari, giocare come socio di maggioranza anche sul territorio provinciale trentino.

Tra i nomi che tuttavia hanno fatto più discutere al momento ci sarebbero quelli di alcuni noti.

In primis il presunto candidato Giacomo Bezzi, che negli anni ha militato prima nel Patt, per poi passare a Forza Italia e Forza Trentino ed infine, per non farsi mancare nulla, Udc e cambiamo di Toti. Insomma, non proprio un novello della politica locale trentina, che negli ultimi tempi ha attraversato anche non semplici querelle giudiziarie, tra ricorsi e controricorsi. Prima proprio contro i risultati delle scorse elezioni provinciali del 2018, dove per pochissimi voti era rimasto fuori dal consiglio provinciale a vantaggio di Alessandro Savoi in quota Lega. Poi per una vecchia storia legata ad un’accusa di diffamazione nei confronti del Lorenzo Baratter del Patt che gli costò, nel 2014, 600 euro. “Lieve, molto lieve, ma sempre condanna è”, come scriveva il giornale trentino, oppure quella del 2016, dove patteggiò nel processo “firme false” per Forza Italia o l’ultima, targata giugno 2023, in cui patteggiò per il caso delle spese chilometriche gonfiate.

In secundis, giusto per non farsi mancare nulla, le voci che ci sono giunte vedrebbero un avvicendamento tra le fila di Fdi Trentino anche di Andrea Merler, attualmente consigliere comunale per la sua lista “Trento Unita”.

Sconfitto alle urne cercherebbe ora il riscatto proprio tra le fila del partito guidato da Giorgia Meloni, non senza polemiche. A palazzo Thun, tra gli esponenti facenti parte della medesima area politica di centrodestra, qualcuno già storce il naso all’idea e accusa: ma chi? lo stesso Merler che sui social scriveva “Non siamo sudditi di un governo di sudici sudisti”?. Ed in effetti proprio quell’uscita infelice gli costò il posto da Vicepresidente del Consiglio comunale, con le critiche mosse a larghe maggioranze da quasi tutti i colleghi consiglieri che addirittura ne chiesero a gran voce le dimissioni. Alla fine arrivarono le dimissioni. Fine corsa, con quell’occasione, per la parabola del candidato sindaco del centro destra per la città di Trento? Certo che no: il caso mutuo, che ha scosso la politica trentina con una vera e propria crociata del Pd nei suoi confronti, ha visto coronare la parabola discendente del consigliere ex Civica Trentina con lo scontro direttamente con il Sindaco di Trento Ianeselli, con la richiesta da parte di quest’ultimo di restituire la bellezza di 54mila euro e le richieste di dimettersi da Patrimonio Spa. «Da che pulpito si parla di spreco di denaro pubblico», affermava ironico Franco Ianeselli riferendosi al consigliere comunale di centrodestra Andrea Merler a cui — come riportato in esclusiva dal «T» — gli uffici della Provincia “avevano revocato il mutuo agevolato «Prima Casa». Mutuo che gli era stato concesso, scoprendo poi che in quell’appartamento non ci abitava mai, vincolo inderogabile per ottenere il contributo pubblico”. Accuse poi smentite dallo stesso Merler, il quale ha parlato di attacco strumentale nei suoi confronti.

Dulcis in fundo, tra le voci di corridoio a noi pervenute, sembrerebbe esserci tra i prossimi papabili anche Daldoss

Già assessore nella precedente giunta Rossi a trazione centro-sinistra e, nel 2018, tra i papabili per essere il candidato designato per unire il centrosinistra a livello provinciale. Insomma, non proprio allineato alla visione politica di un partito come quello di Giorgia Meloni.

Se i nomi venissero confermati, e le scelte dunque confermate, sarebbe un danno non solo per Fdi, ma per tutto il centrodestra che, proprio in questo periodo, deve stare molto attento agli attacchi – spesso strumentali – da parte del centrosinistra, sia nazionale che locale, soprattutto dopo la morte di B. Viene da chiedersi che cosa ne pensa il coordinatore a livello territoriale circa queste presunte voci. Confermerà o smentirà?

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

Ne vedremo delle belle.

Riguardo l'autore

giuseppepapalia

Classe 1993. Giornalista pubblicista, consulente di comunicazione per i deputati al Parlamento europeo, corrispondente da Bruxelles. Una laurea in scienze della comunicazione e una magistrale in giornalismo con indirizzo “relazioni pubbliche” all'Università degli studi di Verona. Ha collaborato con alcuni giornali locali, riviste di settore e per alcune emittenti televisive dalle istituzioni europee a Bruxelles e Strasburgo. Con TotalEU Production dal 2019, ho collaborato in qualità di social media manager e consulente di comunicazione politica.