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Cultura

Casa d’Arte Futurista Depero

La realtà è che lo guardiamo sempre con un occhio distratto il nostro Trentino, specialmente se siamo trentini: eppure, nel momento in cui intorno a noi vediamo che c’è un sacco di gente che fa moltissimi chilometri dall’estero per visitare la nostra terra, un paio di domande potremmo anche porcele.

In particolare, dopo tanti anni dall’ultimo restauro, in occasione – senza dubbio – dell’esposizione di Klimt presso il MART, è stata una buona idea tornare nel quartiere storico italiano veneziano medievale di Rovereto, dove peraltro si trova la casa Depero. Il quartiere palpita di cultura e di storia ed è tutto un racconto a se stante, completamente diverso dal resto della città di Rovereto.

Poco da aggiungere sul fatto che, in queste ultime amministrazioni, il lavoro di recupero di parte degli edifici è andato a buon fine: dalla cartellonistica alle questioni spicce delle strade del centro storico sistemate, le facciate e le chiese, la fontana e le insegne storiche ripristinate. Tutto molto interessante, tanto da poter tranquillamente cominciare a pensare che la città di Rovereto ha fatto quel salto di qualità che dagli anni ’80 la separava idealmente da Trento. Rovereto nel giorno del mercato si riempie di gente e grazie all’offerta museale non annoia.

Per quanto riguarda la “Casa d’Arte Futurista Depero” va detto che si tratta del il primo e unico museo futurista d’Italia, l’artista che viene esposto a Palazzo della Regione è originario del Trentino, la sua idea è un percorso edilizio nato da una originalissima visione di Fortunato Depero negli anni Cinquanta del ‘900.

La Casa d’Arte Futurista Depero è stata sistemata di recente ed è una delle sedi del Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. Presentata nelle ultime settimane di nuovo come parte di un tutto, dal Presidente del MART Vittorio Sgarbi, è una consistente miniera di valori, visto e considerato che si tratta di un artista unico a cui tutti i futuristi devono molto.

Il restauro è opera dell’architetto Renato Rizzi, sono state rimesse a posto le cose come concepite, tranne il pavimento che è stato rifatto il resto mantiene la sua originale posizione e previsione: le zone originali progettate da Depero a piano terra sono state completamente restaurate e conservate, mentre negli spazi al primo e secondo piano, che sono slanciate in un caleidoscopico percorso di scale open up, si è esposto tutto il lavoro dell’artista, il quale aveva pensato di offrire una casa museo proprio per testimoniare la sua visione dell’arte.

In questi spazi sono esposte in modo ottimale le grandi tarsie di panno, come “Il corteo della gran bambola”, del 1920, “Chiesa di Lizzana”, del 1923, o “Festa della sedia”, del 1927, pannelli, copertine, lettere, attestati delle Esposizioni parigine, ricordi, cartelloni pubblicitari, cinema, ricostruzioni che sono importanti per attestare l’opera dell’artista ma anche per spiegare come mai si può parlare di un unicum.

All’ultimo piano la video installazione e il progetto “Depero per il Trentino”.

Martina Cecco

Riguardo l'autore

martinacecco

Giornalista e blogger. Collaboro con il web in rosa di Donnissima. Dirigo Secolo Trentino e Liberalcafé. Laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Trento. Collaboro con un Progetto sperimentale di AI.