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Editoriali

L’8 settembre 1943 e quella memoria dimenticata

Ricorre nella giornata di oggi l’8 settembre, data che rappresenta un momento fondamentale per la storia dell’Italia, ma che nei fatti rappresenta una data – volenti o nolenti – troppo spesso dimenticata in virtù di un senso di amor proprio che è del tutto ingiustificato. Nei fatti l’8 settembre rappresenta per tutti noi un’onta ben peggiore di un evento catastrofico come Caporetto perchè rappresenta soprattutto tutti i nostri lati peggiori. Troviamo a riguardo una memoria condivisa su tali fatti, ma anche una memoria dimenticata a riguardo perché tante questioni che riguardano tutt’ora la politica trovano le sue basi proprio in quell’infausto giorno.

Come sarebbe stato valutato oggi il fascismo senza l’8 settembre? Probabilmente in modo diverso. Basta semplicemente affermare che se non ci fosse stato l’8 settembre non ci sarebbe stata la Repubblica Sociale Italiana.

La storia del resto è nota a tutti: i Savoia, consapevoli della situazione di stallo del regime fascista e dell’impossibilità di una vittoria militare, decisero di prendere le distanze da Mussolini e di cercare una soluzione per evitare ulteriori disastri. La resa dell’Italia, firmata a Cassibile il 3 settembre 1943 e comunicata dagli Alleati ormai stufi dei continui rinvii da parte delle autorità italiane solamente l’8 settembre 1943, fu l’inizio della fine della dinastia e del Regno d’Italia, inoltre la decisione di Vittorio Emanuele III di lasciare Roma, conseguente alla stipulazione dell’armistizio con gli Alleati, segnò l’inizio di una catena di eventi che avrebbe avuto gravi conseguenze per il paese.

Perché a distanza di ormai 80 anni da quei fatti, quella fuga di Vittorio Emanuele III da Roma – assieme a tutto il Governo – scatenò una serie di reazioni incontrollabili all’interno della società italiana e all’interno del Governo tedesco che decise di intervenire prendendo Mussolini da Campo Imperatore dove veniva tenuto prigioniero, ponendolo a capo della Repubblica Sociale Italia. Il resto è storia: una guerra civile che ancora oggi si caratterizza per essere divisiva dal punto di vista storiografico e sociale .

È importante non dimenticare i fatti dell’8 settembre 1943. Sebbene siano state avviate numerose indagini e processi per i crimini commessi durante il periodo bellico e post-bellico, la responsabilità storica di Vittorio Emanuele III e dei Savoia risulta ancora controversa e poco discussa. Questa mancanza di riconoscimento delle responsabilità rende difficile una memoria condivisa su tali fatti.

L’8 settembre 1943 rappresenta un capitolo triste della storia italiana, con conseguenze che hanno segnato profondamente la società del tempo: la capitolazione italiana nella Seconda guerra mondiale, fortemente voluta da Casa Savoia, ma soprattutto le fasi successive alla capitolazione. In altre parole tale giornata è stata quella che ha scatenato una guerra civile interna al paese. Decisioni politiche e militari più chiare avrebbero potuto evitare molte delle criticità e degli eccidi che hanno costellato quel periodo oscuro.

M.S.