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Cultura

L’OPINIONE: «Patria» e «Radici» valori importanti ma… da declinare

In tempi non troppo lontani per me mi dicevo che la mia Patria era laddove si combatteva e si combatte per le mie idee. Questa “posizione” era stata da me assunta leggendo alcune opere di Julius Evola (pseudonimo di Giulio Cesare Andrea Evola; è stato un filosofo, pittore, poeta, scrittore, politico, occultista ed esoterista italiano). Egli scrisse in «Orientamenti» (1950): “Nell’idea va riconosciuta la nostra vera patria. Non l’essere di una stessa terra o di una stessa lingua, ma l’essere della stessa idea è quel che oggi conta.” Questo però entrava in contrapposizione a quanto affermato dallo scrittore , poeta e drammaturgo italiano che ci fanno apprendere nelle nostre scuole e che è considerato uno dei maggiori romanzieri italiani di tutti i tempi per il suo celebre romanzo «I promessi sposi», caposaldo della letteratura italiana, Alessandro ManzoniUn d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor“, descritto nella “Ode di Marzo” (1821). In Manzoni la visione di un’identità era così stretta e granitica, che includeva anche l’idea di “purezza del sangue’’, cioè della stirpe, dell’etnia.

Oggi credo che entrambe queste “visioni” siano, senza dubbio almeno per me, entrate in crisi. Mi ricordo le prime settimane di lockdown quando dalle finestre e dai balconi di tante città è stato spesso intonato “Il canto degli italiani”, cioè l’inno nazionale dell’Italia meglio conosciuto come “Inno di Mameli”. Il fatto che gli italiani in un momento di difficoltà (e quindi non solo in ambito di eventi sportivi, per fortuna) abbiano pensato e ricorso a quel canto, una volta insegnato sin dalle scuole d’infanzia, mi ha fatto pensare che infine gli “italiani” abbiano ritenuto avere quel sentimento di appartenere ad una comunità più ampia che il solo loro nucleo familiare. Che questa appartenenza può anche consolare, aiutare, dare coraggio. Allora mi sono posto la domanda: quale idea posso coltivare della Patria? Forse alla globalizzazione galoppante non dobbiamo contrapporre il pensiero manzoniano, ma un consapevole radicamento dell’individuo dentro una “appartenenza”. Una appartenenza però fatta di tante appartenenze a piccole Patrie ma liberamente scelte. Ognuno di noi è radicato in un preciso territorio (culturale prima ancora che geografico) e ognuno di noi può essere capace, se lo vuole, di aprirsi ad una visione più ampia, cioè al mondo intero. Si tratta solo di capire “chi siamo” e “cosa vogliamo” perché siamo, in realtà, tutti peregrini.

Ecco perché comincio a diffidare dei politici e anche dei filosofi che oggi mi parlano di radici, origini, patria, identità e perfino tradizione. Attenzione! Non che non si tratti di concetti, valori fondamentali per la nostra esistenza, sia pubblica che privata, ma perché occorre ripensarli e declinarli di nuovo. Altrimenti ci si condanna ad adorarne solo un’immagine sbiadita, falsa.

L’identità e la tradizione non sono statici; sono dinamici e sono la garanzia del futuro, quel futuro che è anche custode delle ceneri. Gli italiani che cantavano l’Inno di Mameli sono gli eredi di diverse identità e di diverse tradizioni di genti che hanno fatto questa penisola e queste isole che oggi chiamiamo Italia. Allora lasciamoci interrogare dalle sfide del tempo presente, andiamo verso il futuro pur rimanendo custodi del nostro passato, cogliendole con le virtù del discernimento, applicandolo anche nella realtà sociale, civile e soprattutto politica poiché non tanto noi ma coloro che verranno saranno chiamati ad affrontare grandi problemi, grandi sfide.

Marco Affatigato

Riguardo l'autore

Marco Affatigato

nato il 14 luglio 1956, è uno scrittore e filosofo laureato in Filosofia - Scienze Umane e Esoteriche presso l'Università Marsilio Ficino. È membro di Reporter Sans Frontières, un'organizzazione internazionale che difende la libertà di stampa.

Nel 1980 la rivista «l’Uomo Qualunque» ha pubblicato suoi interventi come articolista. Negli ultimi anni, ha collaborato regolarmente con la rivista online «Storia Verità» (www.storiaverita.org) dal 2020 al 2023.