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Da Perzen alla Mongolia: il racconto del viaggio
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Da Perzen alla Mongolia: il racconto del viaggio

Ricordate i sette ragazzi partiti per la Mongolia lo scorso luglio con due Fiat Panda "de quele vecie"? Dopo 72 intensissimi giorni di viaggio hanno fatto ritorno a casa e nella serata di ieri si sono ritrovati per raccontare al pubblico la loro avventura.

Ricordate i sette ragazzi partiti per la Mongolia lo scorso luglio con due Fiat Panda “de quele vecie“? Dopo 72 intensissimi giorni di viaggio hanno fatto ritorno a casa e nella serata di ieri si sono ritrovati per raccontare al pubblico la loro avventura. L’evento, ricco di foto e video dell’impresa, si è svolto presso l’Auditorium Don Milani grazie al supporto organizzativo della Consulta per i Giovani di Pergine e di Nicola Pisetta.

Slovenia – Ungheria – Romania – Bulgaria

La serata è iniziata con un racconto dei primi giorni di viaggio da parte di Lorenzo, detto Schef. Il suo intervento si è soffermato sull’arrivo in Slovenia sotto un diluvio universale e sul primo pernottamento in un hotel di Budapest. Dopo una giornata di riposo alle terme Széchenyi, i ragazzi hanno continuato il lungo viaggio fino in Romania, attraverso la spettacolare strada montuosa dello Transfăgărăşan. Riaccese le Panda, gli avventurieri sono poi giunti alla volta di Varna, accompagnati da paesaggi dipinti da girasoli in fiore.

Turchia

Nel prosieguo del racconto ha preso la parola Matteo, che ha affermato di aver lasciato il cuore negli scorci offerti dalla Turchia. Da Istanbul a Pamukkale, passando per la Cappadocia e il lago salato di Tuz Golu. Qui i ragazzi hanno potuto ammirare gli ultimi paesaggi europei, prima di addentrarsi nel cuore dell’Asia. Sicuramente non sono mancati i problemi alle auto, sempre risolti con “olio di gomito” e buona volontà.

Le due Fiat Panda in Cappadocia. Sullo sfondo le spettacolari mongolfiere.

Iran – Turkmenistan

L’Iran non è sicuramente facile da visitare, motivo per il quale ad accompagnarli durante tutto il tragitto vi era sempre una guida locale. Qui, a farla da padrona sono stati gli splendidi colori delle “Rainbow mountains” e delle moschee monumentali di Tabriz ed Esfhan. Superati tre giorni nell’arido deserto iraniano ecco che i giovani ragazzi giungono in uno dei paesi più particolari dell’intero viaggio, il Turkmenistan. Di fatto, è una dittatura totalitaria monopartitica, ragion per cui il loro visto aveva una durata di soli tre giorni. Come raccontato da Marco, al loro arrivo nella capitale Asgabat gli è stato imposto di non uscire dalla stanza dell’hotel in quanto nella città era in corso un importante meeting dei Capi di Stato degli “Stan”.

Le “rainbow mountains” in Iran.

Il mattino seguente le due Fiat Panda li hanno condotti fino alla “porta dell’inferno”, un enorme cratere formatosi oltre cinquant’anni fa dopo un tentativo di perforazione alla ricerca di petrolio da parte dei russi. Il terreno sotto la piattaforma crollò, precipitando in una caverna colma di gas naturale. Per cercare di rallentare la fuoriuscita di fumi tossici, gli scienziati russi decisero di innescare un incendio nella speranza che tutto il gas si consumasse. Oggi, dopo mezzo secolo, le fiamme continuano a bruciare inestinte. Dopo aver campeggiato nei dintorni della voragine, i ragazzi avevano oltre dieci ore per raggiungere il confine con l’Uzbekistan, distante all’incirca 150 km. La paura di non farcela è stata tanta, racconta Marco. Infatti, la strada da percorrere era in gran parte sterrata e piena di buche, tant’è che le auto proseguivano a 10 km/h di andatura media. Alla fine, il confine è stato raggiunto sul gong, permettendo ai ragazzi di continuare il viaggio.

Uzbekistan

Il racconto di Mattia è iniziato in Uzbekistan, un paese che negli ultimi anni ha assistito a un clamoroso “glow up” a livello turistico. La splendida Samarcanda, l’antica capitale Khiva e Bukkara sono solamente alcune delle meraviglie che questo paese ha saputo offrire. Grazie alla parsimonia di due giovani muratori i ragazzi sono stati anche invitati sul tetto di un edificio in costruzione sopra al mercato centrale per ammirare il tramonto, rimanendo però bloccati lì per diverse ore. Dopo mille peripezie la porta del mercato è stata riaperta e sono così riusciti a scendere per ora di cena.

Tagikistan – Kirghizistan

La spedizione verso est è continuata tra Tagikistan e Kirghizistan, due stati attraversati dalla Pamir Highway, una delle autostrade più suggestive al mondo. Sulla Pamir si alternano paesaggi mozzafiato che si intrecciano con una storia quasi millenaria di quella che un tempo fu parte della “Via della Seta”. Il viaggio in uno dei luoghi più remoti dell’intero percorso è stato raccontato da Gabriele, che ha poi lasciato la parola a Nicolò, colonna portante della neonata associazione “MongolPerzen”.

Uno scorcio della “Pamir Highway”.

Kazakhstan – Russia

Nicolò, assieme a Davide, ha percorso tutti i 29.000 km dell’intero viaggio e durante la serata ha voluto ricordare i tempi passati tra Kazakistan e Russia attraverso numerosi aneddoti. Contrariamente alle aspettative l’ingresso nell’immenso stato è stato rapidissimo, anche per via dei controlli molto veloci dei doganieri russi.

Mongolia – Russia – Perzen

Dopo qualche giorno di viaggio i tre giovani rimasti alla guida delle Panda hanno visto la luce in fondo al tunnel: Mongolia all’orizzonte! L’esperienza nello stato mongolo e il ritorno verso casa sono stati raccontati da Davide. L’arrivo nella capitale Ulan Bator è stato difficile anche per via dei problemi tecnici alle auto. Prima hanno perso la marmitta, poi si sono resi conto che il telaio di una delle Panda si era completamente tranciato. Fortunatamente la Mongolia è costellata di abili saldatori e l’auto è tornata in viaggio in men che non si dica. Il ritorno verso casa è stato relativamente breve, anche per merito delle buone condizioni in cui versano le immense strade russe che attraversano le foreste della Siberia. Una delle ultime tappe è stata la città di San Pietroburgo, una gemma della Russia zarista. Il rientro in Europa, però, si è concluso con un intoppo alla dogana; infatti, le taniche colme di benzina russa a basso costo gli sono state requisite prima di entrare in Estonia, lasciando di fatto i ragazzi con le mani vuote.

Un saldatore mongolo al lavoro.

Nonostante ciò, l’arrivo a Pergine di Davide e Nicolò è stato trionfale. Il MongolPerzen per i giovani trentini è stata un’esperienza unica, fatta di sogni e di avventure. Non è un caso che la citazione simbolica di questa spedizione vada a riprendere le parole del filosofo persiano ʿUmar Khayyām: “La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte”.

Mattia Nadalini

Riguardo l'autore

mattianadalini

Laureato in "Studi storici e filologico letterari", attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in "Scienze storiche".
Appassionato di cultura e sport, in particolare calcio e formula 1, dal 2020 scrive saltuariamente sulla propria pagina Instagram "Il simposio del calcio".