Home » Il Post It: Ma che… davvero?
Post-it Vannucci

Il Post It: Ma che… davvero?

Uso un intercalare comune sgrammaticato, per buona pace della Crusca, ma capace di rendere al meglio l’idea: ma che… davvero? Esco dal coro e dal tam tam dei talk show televisivi, compresi i senza se e senza ma sparati fin da subito dai politici di noantri tutti uniti ed appecoronati allo zio Sam nel accusare Putin, perché sinceramente trovo difficile intuire una sola ragione per la quale, Putin, si sarebbe avvantaggiato del decesso di Navalny. Che Putin non abbia la corona del santo è assodato, ma… il migliore di tutti, ha la rogna! Così ripeteva Indro Montanelli, uno che non le mandava a dire, aggiungendo di turarsi il naso prima di esprimere il voto.

Facciamoci a capire: a pochi mesi dalle elezioni presidenziali, con gli occhi del mondo puntati malevolmente addosso e per lo più nel bel mezzo di una guerra infinita contro l’Ucraina, quale vantaggio avrebbe avuto, Putin, nel volere la morte di Navalny? Ma quando lo zio comanda i nipoti s’irrigidiscono sull’attenti. A richiesta, battendo pure i tacchi. Laddove non comandi manda in avanscoperta l’immagine stampata di George Washington sui biglietti verdi. E’ già successo, accadrà ancora, accadde pure con il boia Tito e non solo. Lo dice la storia. Un diavoletto mi insinua il cattivo pensiero che potrebbe essere capitato pure per riscaldare la gelida temperatura della colonia carceraria artica.

Preferisco non dare credito ai diavoletti, a pensare male si fa peccato. Però spesso s’indovina. Lo ripeteva il buon Giulio, dall’alto della sua esperienza con i diavoletti del potere. Dagli a Putin, quindi, sembra di rivivere il dagli all’untore di manzoniana memoria. Eppure, è il solito Putin dove mezza Europa, Germania in primis, continua nel fare affari per l’approvvigionamento del gas malgrado le sanzioni; eppure, è il solito Putin ricevuto al Quirinale, soltanto 4 anni addietro, dal nostro Presidente Mattarella con quest’ultimo pronto nel condannare le barbarie ucraine nel Donbas; eppure è il solito Putin dove fu l’unico straniero accorso per aiutarci nel bel mezzo della pandemia del 2020.

Poi è arrivato lo zio d’America, con i nipotini della Nato, a dettare le condizioni ergendo le basi nucleari al confine russo. American dream. Il sogno americano? No, l’incubo europeo. Incubo per la loro dittatura in guanti bianchi, ben più feroce di un qualsiasi manganello, dove neppure la libertà d’informazione è ammessa poiché rischi ben 175 anni di carcere duro nel silenzio assenso dei devoti dei biglietti verdi con la faccia di George Washington stampata. Chiedere ad Julian Assange per conferma. E pretenderebbero pure di esportare la loro bombarola democrazia tenendo tutti i telefoni dei Capi di Governo esteri sotto controllo.

Come segnalò Assange, supportato da prove inoppugnabili, accusando Barack Obama, già Premio Nobel per la Pace. Tra una bomba e l’altra, la pace eterna. 

Marco Vannucci