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Pensieri per costruire e rifondare una comunità democratica organizzata

In tutta Europa, anziché investire in sanità pubblica e in sicurezza per i cittadini, si investe in armamenti. Esattamente l'opposto di quanto servirebbe dopo una pandemia (e l'avvento di possibili ulteriori pandemie, tutt'altro che improbabili, al netto delle sciocchezze dei soliti complottisti anti-scientifici) e nell'epoca dello sviluppo dell'Intelligenza Artificiale.

In tutta Europa, anziché investire in sanità pubblica e in sicurezza per i cittadini, si investe in armamenti.

Esattamente l’opposto di quanto servirebbe dopo una pandemia (e l’avvento di possibili ulteriori pandemie, tutt’altro che improbabili, al netto delle sciocchezze dei soliti complottisti anti-scientifici) e nell’epoca dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.

Alla fine gennaio 2021, in un articolo, rilevavo che “la pandemia da Covid 19 (…) ci pone difronte la necessità – e allo stesso tempo l’occasione – di rivedere completamente il nostro modello economico e di sviluppo”.

In quell’articolo riportavo, fra l’altro, un’affermazione di quel periodo del Presidente francese Emmanuel Macron (non certo un socialista) durante i lavori del World Economic Forum di Davos, ovvero “abbiamo creato due re del sistema, i produttori e i consumatori, a spese dei lavoratori e ciò ha creato esternalità negativa per l’ambiente e ha alimentato la crisi della democrazia”.

Le crisi maggiori, in termini sanitari e economici, infatti, durante la pandemia, le hanno pagati proprio i Paesi liberal-capitalisti e i relativi lavoratori e cittadini.

In quell’articolo rilevai come occorresse abbandonare totalmente le politiche di “macelleria sociale fatte di flessibilità nei contratti di lavoro e ogni misura che favorisca una illusoria quanto dannosa “crescita economica””.

Oltre che la necessità di “sostenere massicciamente la sanità e la ricerca pubbliche; nazionalizzare i servizi pubblici (energia elettrica, gas, acqua e telecomunicazioni) e renderli di diretta pertinenza della comunità; lavorare il necessario e per meno tempo (con conseguente risparmio di risorse, di emissioni inquinanti, consentendo alle persone di avere maggiore tempo libero); garantire a tutti un reddito universale e pensare, via via, ad un progressivo superamento del sistema monetario (che genera spirali inflazionistiche, interessi sui debiti, schiavitù del lavoro stesso); introdurre possibili forme di baratto; puntare all’autoproduzione e all’autogestione del lavoro; superare l’industrializzazione (aspetto che la pandemia stessa potrebbe accelerare, specie con fisiologici e necessari lockdown); utilizzo intelligente delle tecnologie, per permettere e coordinare tutti questi aspetti”.

Relativamente a quest’ultimo punto, l’IA potrebbe darci una mano, se usata a scopi pubblici e non privati.

Una economia fondata sul “dare, ricevere, ricambiare”, che punti a unificare i Paesi del mondo, ciascuno nel rispetto delle proprie specificità e scelte politiche e che li spinga ad abbandonare ogni investimento in armamenti, ricercando cooperazione e una unità politico-militare globale (pragmatica e oltre gli steccati ideologici), che si concentri su: sicurezza globale, servizio alla comunità, efficienza dei servizi pubblici, risoluzione delle controversie entro tempi certi e brevi.

Nel febbraio 2023 il Presidente cinese Xi Jinping tenne un importante discorso nel quale enunciò le cosiddette “cinque modernizzazioni cinesi”, ovvero: 1) modernizzazione di un popolo numeroso; 2) prosperità comune; 3) progresso materiale ed etico-culturale; 4) armonia tra umanità e natura; 5) sviluppo pacifico.

Cinque aspetti che Xi Jinping ha lanciato alla Cina moderna, ma che potrebbero valere per qualsiasi Paese, nel rispetto delle specificità, cultura, storia e tradizione del proprio popolo.

Tutti i popoli del mondo necessitano semplicemente di pace, sviluppo, armonia, progresso materiale, emancipazione sociale, sicurezza.

Oggi, purtroppo, assistiamo a: città sempre meno sicure (con il drammatico fenomeno delle baby gang nelle strade); sanità pubblica distrutta; scuola pubblica ridotta all’osso; investimenti in armamenti; distruzione del welfare state.

Se i cittadini italiani preferiscono astenersi dal votare alle elezioni, che siano amministrative o nazionali, come non comprenderli?

Cosa ci si può aspettare quando manca organizzazione, pragmatismo, buonsenso e le basi stesse per costruire o, meglio, ricostruire una comunità e una società civile e democratica?

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

Riguardo l'autore

Luca Bagatin

Luca Bagatin, nato a Roma nel 1979, è blogger dal 2004 (www.amoreeliberta.blogspot.it). Dal 2000 collabora e ha collaborato con diverse riviste di cultura risorgimentale, esoterica e socialista, oltre che con numerose testate giornalistiche nazionali, fra le quali L'Opinione delle Libertà, La Voce Repubblicana, L'Ideologia Socialista, La Giustizia, Critica Sociale, Olnews, Electomagazine, Nuovo Giornale Nazionale, Liberalcafé.
Suoi articoli sono e sono stati tradotti e apprezzati in Francia, Belgio, Serbia e Brasile.
Ha pubblicato i saggi "Universo Massonico" (2012); "Ritratti di Donna (2014); "Amore e Libertà - Manifesto per la Civiltà dell'Amore" (2019); "L'Altra Russia di Eduard Limonov - I giovani proletari del nazionalbolscevismo" (2022) e "Ritratti del Socialismo" (2023)