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I militari del 9/o Reggimento della Brigata Folgore Col Moschin sfilano in via dei Fori Imperiali durante la parata per la Festa della Repubblica, Roma, 2 giugno 2013. ANSA/CLAUDIO PERI
Editoriali

Al via la “legione straniera” italiana?

AL MINISTERO DELLA DIFESA SI PENSEREBBE DI ‘’ARRUOLARE’’ STRANIERI IN CAMBIO DELLA CITTADINANZA ITALIANA.

L’idea non è certamente nuova: dal 2001 giace al Senato della Repubblica una proposta di Legge.

Al momento è solo un’ipotesi, non c’è ancora nulla di definito e neppure un via libera del ministro Guido Crosetto, che però vuole forze armate giovani e prontamente mobilitabili in uno scenario internazionale sempre più inquietante. E negli uffici del ministero della Difesa già lavorano ad un «progetto di legge» (o decreto legge ministeriale?) che consentirà di arruolare nelle FF.AA. un certo numero di giovani cittadini stranieri, preferibilmente già residenti in Italia da qualche anno, con piena padronanza della nostra lingua e interessati ad acquisire la cittadinanza. Quest’ultima come una sorta di premio, alla fine di un servizio che sarebbe per lo più a termine. Come già avviene nelle vicine Francia e Spagna con le rispettive «Légion Etrangère» e «Legión Española» che dopo una ferma di cinque anni i militari che non rinnovino hanno diritto ad una nuova identità, se lo vogliono, alla cittadinanza e all’assegnazione ad un posto di lavoro ‘’per aver servito la Nazione’’.

Problemi nel «reclutamento volontario»

L’idea che sta circolando negli uffici degli Stati Maggiori in Via XX Settembre a Roma risponde alla logica di ‘’riserva addestrata’’ proposta più volte dal ministro della Difesa, Crosetto, che del resto non perde una occasione di sollevare il problema di inadeguatezza di apparati e mezzi e punta a interventi normativi per poter arruolare personale disposto ad imbracciare il fucile vestendo la divisa ma anche personale con specifiche professionalità quali esperti informatici e hacker, indispensabili nella guerra moderna. L’arruolamento di stranieri permetterebbe di escludere il ripristino della leva obbligatoria.

L’ultimo rapporto Esercito (2023) dà conto di un “rinnovato appeal verso la carriera militare con quasi 69 mila domande presentate a fronte di circa 10 mila posti messi a concorso”; periodici sondaggi assicurano che un giovane su tre, o addirittura due su cinque, guardano con attenzione alle FF.AA. però poi gli arruolamenti sono sempre un po’ al di qua dei posti disponibili: secondo il rapporto Esercito, nel primo blocco dell’anno scorso sono entrati 2.138 volontari sui 2.200 previsti (sono 6.500 l’anno), in altri casi è andata peggio. In una parola: siamo carenti di uomini e donne in divisa. Molti che partecipano ai concorsi poi non si presentano; molti altri preferiscono puntare subito alle forze di polizia che offrono stipendi iniziali leggermente più alti dei 1.100 euro di un VFI (Volontario in Ferma Iniziale), una vita meno difficile, qualche rischio in meno e soprattutto maggiori garanzie di stabilità e molti altri vengono scartati ai test. Pesa, inoltre e ovviamente, il declino demografico: pochi figli, pochi giovani per «servire la Patria». Dopo l’attacco della Federazione Russa all’Ucraina il Parlamento italiano con la Legge 119/2022 bloccò il processo di riduzione degli organici previsto dalla legge Di Paola (244/2012) ma oggi, con la situazione attuale internazionale, gli Stati maggiori vorrebbero di più dei 160 mila effettivi attuali tra Esercito, Aeronautica e Marina che sono garantiti e vorrebbero, però, militari più giovani anziché in servizio permanente dopo i 40 anni. Detto brutalmente gli Stati Maggiori non sanno che farsene di 20 mila sottufficiali, spesso in là con gli anni, solo nell’Esercito.

Ma l’idea di una «Legione Straniera» italiana non è certamente di oggi. In Senato giace dormiente una proposta di Legge del 2001. Quindi non sarebbe altro che soffiare sulla polvere che negli anni vi si era depositata sopra e con qualche «emendamento» adeguarla.

Marco Affatigato

Riguardo l'autore

Marco Affatigato

nato il 14 luglio 1956, è uno scrittore e filosofo laureato in Filosofia - Scienze Umane e Esoteriche presso l'Università Marsilio Ficino. È membro di Reporter Sans Frontières, un'organizzazione internazionale che difende la libertà di stampa.

Nel 1980 la rivista «l’Uomo Qualunque» ha pubblicato suoi interventi come articolista. Negli ultimi anni, ha collaborato regolarmente con la rivista online «Storia Verità» (www.storiaverita.org) dal 2020 al 2023.