“Salvatore Gallo non ha niente da nascondere, non lo ha mai ascosto. Non ha mica fatto organizzare il consenso in maniera carbonara, lui lo rivendicava. Quando mi riferisco al fatto che ho denunciato il metodo di raccolta di consenso di Salvatore Gallo, e non solo il suo, mi riferisco a una battaglia politica che ho condotto prima nei Democratici di Sinistra, poi all’interno del PD contro l’idea della raccolta del consenso attraverso metodi clientelari”.
Così ha dichiarato Stefano Esposito, ex esponente del Partito Democratico, a Radio Cusano Campus nel corso de ‘L’Italia s’è desta’, trasmissione condotta dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e Roberta Feliziani.
Proseguendo nel suo intervento, l’ex esponente del PD ha poi voluto ribadire: “Il fatto che io ti assumo e tu ti iscrivi alla mia corrente e mi voti è il metodo più antico del mondo”. “All’epoca eravamo nel 2001, oggi siamo nel 2024 e ci sorprendiamo se qualcuno in cambio di un telepass vota una persona? Ho fatto politica per tanti anni, ho sempre ritenuto che la costruzione del consenso debba avvenire in mezzo alla strada, non con meccanismi clientelari che nulla hanno a che fare con vicende giudiziarie. Poi non parto dal presupposto che gli atti del Pubblico Ministero siano oro colato, perché quello che viene raccontato negli atti d’accusa è un pezzo, ma bisogna aspettare la difesa e poi bisognerebbe aspettare i processi. Questo è ormai un problema culturale di questo paese ed è la ragione per la quale io sono molto arrabbiato con un Partito Democratico che, di fronte a fatti come questi, non trova di meglio che convocare i probiviri per far espellere Gallo e obbligare il figlio a ritirarsi pur non avendo proprio niente a che fare con questa vicenda“.
Successivamente Stefano Esposito ha voluto rincarare: “È la stessa cosa emersa a Bari per 50 €. La responsabilità è però della politica perché se a te si rivolge qualcuno che è in difficoltà e non arriva a fine mese, invece di fare il tuo mestiere di politico e quindi risolvergli il dilemma decidi di comprarti il suo voto con 50 € perché sai che ne ha bisogno. Il problema di Torino e di Bari non è solo dentro il Pd, tanto per essere chiari, è un problema molto più diffuso. Tant’è che la segretaria del Partito Democratico durante la sua campagna congressuale disse ‘votatemi perché voglio rompere quel sistema’“
E alla domanda su cosa accadeva quando all’epoca accusava già Gallo, l’ex PD ha concluso il suo intervento, aggiungendo: “Solo perché tu non sei capace a prendere i voti, mi veniva detto. E questo ci ha portato alla deriva, una deriva che ha colpito la prima Repubblica e molti partiti portandoli alla distruzione”.