Francesco Storace (Cassino, 25 gennaio 1959) è un politico e giornalista italiano. Attualmente segretario nazionale de La Destra, alle elezioni regionali del 2013 è stato eletto Vice Presidente del Consiglio regionale del Lazio. Attualmente direttore de Il Giornale d’Italia, fin da giovane alterna l’attività giornalistica alla politica, impegnandosi nel sociale e svolgendo la parte più significativa del suo lavoro giornalistico al Secolo d’Italia in cui arriva a occuparsi di servizi parlamentari. In seguito entrerà a far parte del Movimento Sociale Italiano e poi di Alleanza Nazionale. Presidente della Regione Lazio dal 2000 al 2005, è stato in seguito Ministro della Salute nel terzo governo Berlusconi. Nel 2006 viene eletto senatore come capolista di AN nella regione Lazio ma, in seguito a contrasti interni con Gianfranco Fini, nel 2007 annuncia le proprie dimissioni da Alleanza Nazionale e fonda “La Destra”. Attualmente è candidato sindaco alla città di Roma.
In questi due giorni di Convention dal titolo “Di nuovo una Grande Destra”, l’abbiamo incontrato affinché ci rilasciasse qualche dichiarazione sul suo impegno con Gianni Alemanno nella riunificazione della destra, nonché sulla sua decisione di candidarsi a sindaco di Roma e sul suo nuovo libro “La prossima a Destra”, molto apprezzato dal pubblico, in questi due giorni di congresso, il quale ne ha già richieste numerose copie.
Qua sotto l’intervista concessa a Secolo Trentino, per cui lo si ringrazia anticipatamente:
On. Francesco Storace, si evince una particolare attenzione, da parte del pubblico presente qui ad Orvieto, per quel che riguarda il suo nuovo libro “La prossima a destra”. Ce ne vuole parlare? E perché proprio oggi la decisione di svelare questo suo nuovo libro, nonostante il fatto non sia ancora stato pubblicato?
“Diciamo che il libro l’ho scritto tra fine anno e inizio dell’anno, fine 2015 e inizio 2016. È una sorta di autobiografia sulla destra. Oggi è stata una sorpresa da parte dell’editore, perché in realtà la presentazione ufficiale sarà il 21 aprile a Roma, però ha deciso di farmi questo regalo. Avrà pensato, proprio in virtù di Orvieto, al fatto che qualche copia non avrebbe certo fatto male in vista della pubblicazione ufficiale. È un manuale di sopravvivenza politica, destinato soprattutto ai giovani in cui, attraverso il racconto di una vita appassionata, cerco di dare qualche suggerimento per evitare errori quando si fa politica. Ci vuole passione, non solo carrierismo. Questa è in fondo la lezione che vuol dare il libro“.
On. Storace, soffermandoci sulla passione per la politica e concentrandoci sulla giornata odierna, su questa sorta di riunificazione di una destra oggi forse “diffusa” più che unita, e quindi analizzando quest’alleanza tra “La Destra” e “Azione Nazionale”, la domanda sorge spontanea: perché proprio oggi? Cosa, dalla presentazione di Azione Nazionale a dicembre – in cui anche Lei era presente – è cambiato?
“Oggi è sicuramente lo sviluppo di quelle azioni che abbiamo intessuto nel corso di queste settimane, di questi mesi. La destra è un po’ come la libertà, la senti quando manca e oggi manca la destra. Sulla stessa esperienza di Fratelli d’Italia ti dirò, con tutto il rispetto che meritano, io sogno una destra che non escluda, ma che sappia anche discutere al suo interno senza accusare di lesa maestà chi alza il dito a fare una domanda. Ma questo deriva da una concezione assolutista della politica che ha contagiato tutti i partiti. Io credo che oggi occorra fare un bagno di umiltà. Vorrei che la mia generazione scendesse in prima linea a combattere e poi a sorvegliare, a vigilare e ad aiutare le generazioni più giovani che però devono anche meritare il pane che chiedono. Troppo spesso c’è solo questa moda del “levati tu che poi mi metto io” che non aiuta a creare un sogno per la politica nazionale“.
Si parla in queste ultime settimane della sua candidatura a sindaco di Roma. Vedendola oggi affiancata a Gianni Alemanno, mi è venuto da pensare ad un passaggio di consegna tra passato e presente, nonostante l’età vi accomuni. Qual è stata la spinta che le ha fatto prendere questa decisione? Quali e quante sono, secondo Lei, le possibilità di vincere?
“Beh, quello che mi ha spinto è stata la rinuncia della Meloni a candidarsi. Già il giorno dopo il suo annuncio io ho detto di essere pronto a candidarmi, chiedendo pertanto le primarie del centrodestra che poi non ci sono state ma hanno preferito fare i sondaggi. È sicuramente una battaglia incredibile quella che si è sviluppata, basti pensare che in tre avevano scelto il candidato già a gennaio e a febbraio si è sfilato Salvini. A marzo è toccato alla Meloni, ad aprile si sfilerà Berlusconi e passato maggio (scherzi a parte), a giugno già si vota. Io credo che tutti debbano fare una riflessione su uno spettacolo che è stato osceno. Poi quello che succederà non si sa, dobbiamo ancora arrivarci alle urne, quindi vediamo cosa accade in questi giorni, poniamo una riflessione anche sulla necessità di evitare che vincano la sinistra o i grillini a Roma, sperando e augurandomi che ci sia reciprocità.“
A proposito di sinistra e grillini… Si è parlato del fatto che, tra le fila di destra, sembrerebbe oggi mancare una vera e propria opposizione all’attuale governo di Matteo Renzi. Se a vincere dovessero essere proprio le opposizioni grilline? Porterebbe ad un ulteriore incremento di un consenso già abbastanza ampio?
“Beh di consenso elettorale già ne hanno visto che detengono il 25%, quindi non so che altro debba succedere. La realtà è che è un voto che non ha prospettiva politica perché quando rifiuti alleanze, rifiuti quelle che chiamano “contaminazioni” e in realtà protesti e basta senza poi dare nulla al paese, caratterizzandoti come “Signor No”, questo scoraggia, per esempio, gli investimenti e la creazione del lavoro stesso. Per il resto, staremo a vedere come andrà.“
di Giuseppe Papalia