L’agenzia europea del farmaco viene assegnata ad Amsterdam, con un sorteggio, ed i giornalisti di servizio spiegano che si tratta comunque di un grande successo per il governo italiano.
Con la stessa procedura l’agenzia bancaria finisce a Parigi invece che a Berlino ed i medesimi quotidiani affermano che è una sconfitta per Merkel. Non esiste limite al servilismo.
Soprattutto quando persino Gentiloni ammette che l’Italia paga anche il ritardo con cui è scesa in campo: un’accusa esplicita nei confronti del bugiardissimo e del governo del giglio tragico. Ma la disinformazione italiana preferisce glissare su questo particolare. In ogni caso il risultato resta questo e non è un risultato positivo. E dimostra la scarsa considerazione di cui gode il governo Gentiloni a Berlino e Madrid, le due capitali a cui il presidente del consiglio italiano si è inutilmente rivolto per ottenere appoggio nelle votazioni. Dimostra però anche la totale incapacità di decidere di questa Europa che si illude di avere un ruolo nella politica mondiale e si ritrova a sorteggiare le sedi delle varie agenzie interne poiché ogni scelta avrebbe comportato l’insoddisfazione di qualche Paese.
D’altronde le reazioni del governo italiano sono la conferma che questa Europa è solo un’accozzaglia di magliari e non un’alleanza di popoli e nazioni. Perché Gentiloni si è subito affrettato a chiarire che l’Italia può ora vantare dei crediti nei confronti di Bruxelles. Insomma, l’Ue ci dovrà risarcire per questo sgarbo. Magari chiudendo gli occhi su qualche sforamento di bilancio, magari concedendo un briciolo di flessibilità in più, magari imponendo a qualche Paese di farsi carico di una decina di migranti sbarcati in Italia. Una farsa, non una trattativa politica.
Augusto Grandi