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Serve davvero un nuovo Bentegodi a Verona?

Nei recenti dibattiti italiani riguardo l’ammodernamento o la costruzione di nuovi stadi non poteva mancare una riflessione sullo stadio di Verona, il Marcantonio Bentegodi. La casa di Hellas e Chievo come la conosciamo ora prese forma nel 1963, con una struttura all’avanguardia per l’epoca. L’anello superiore copriva la tribuna sottostante, un’innovazione che non passò certo innosservata. In occasione dei mondiali del 1990 venne aggiunta la copertura totale delle tribune, e nel 2010 lo stadio divenenne energeticamente autosufficiente grazie ad un sistema di pannelli solari. Il recente mutamento nel gusto estetico e funzionale per quel che riguarda la “filosofia” dello stadio ha evidenziato tutti i limiti del Bentegodi. La pista di atletica – peraltro mai stata a norma a causa di un errore di progettazione – allontana lo spettatore dal campo, le linee sono dure ed il cemento grigio domina la visuale ovunque si guardi. Siamo ben lontani dalle forme sinuose dell’Allianz Arena di Monaco o dal respiro del campo che si percepisce negli stadi inglesi. Da almeno una quindicina d’anni si parla quindi della costruzione di un nuovo stadio o di modernizzare l’impianto esistente.
Il Bentegodi è di proprietà del comune, e le due società cittadine pagano un affitto per l’utilizzo dello stadio. Martinelli, ex presidente del Verona, in un’intervista disse che nessuna grande società può dichiararsi tale senza un impianto di proprietà. L’idea è nell’aria da parecchi anni, ma nessuna delle due società sembra disposta a fare il grande passo e a sobbarcarsi una tale spesa. A tutt’oggi pare che il mantenimento di questo status quo faccia comodo ad entrambe, permettendo una netta divisione delle spese ed un’entrata economica esclusiva. Ciò resta valido anche per la questione di un eventuale nuovo stadio. Nel tempo sono spuntati progetti da ambo le parti; per il Verona si parlò proprio di uno stadio modello Allianz Arena, con museo, store e negozi. Dalla sponda clivense partì l’idea, nel 2009, di un impianto sito a Villafranca, nella provincia veronese, accorpato ad un progetto edilizio sportivo più ampio. Le proposte rimasero tali, ma la via da seguire potrebbe averla indicata Federico Sboarina, sindaco della città scaligera, in un’intervista del 2017 a TGGialloblù. Sboarina ricorda come, nel 2009, egli fu latore di una proposta di ammodernamento del Bentegodi, che prevedeva la rimozione della pista di atletica e la costruzione di nuovi posti a sedere vicini al campo, nello stile inglese. I lavori avrebbero riguardato altri aspetti dello stadio in merito a comfort, accoglienza ed estetica, per ottenere uno stadio moderno, funzionale e bello da vedere. Il costo totale dell’operazione sarebbe stato intorno ai 30 milioni.
Un nuovo impianto, ad oggi, non serve proprio a nessuno e, dato fondamentale, non può essere economicamente sostenuto da nessuna delle due realtà scaligere. Importante quindi riprendere in mano quella proposta vecchia di un decennio, apportare le dovute modifiche ed iniziare a svecchiare uno stadio che può ancora dire la sua nel panorama odierno. L’acquisto del Bentegodi potrebbe essere il passo successivo, una sorta di banco di prova per due società che possono, e devono, pensare sempre più in grande.