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Lega e FI spaccati sul MES, ma uniti sul no agli eurobond: ecco a che gioco stanno giocando

Ieri sera l'Europarlamento ha bocciato un documento sugli aiuti economici da destinare ai paesi colpiti dall'epidemia di coronavirus, che proponeva di utilizzare gli eurobond o sistemi di mutualizzazione del debito. Nello specifico l'ememendamento, proposto dai Verdi, prevedeva di dividere a livello europeo parte del debito che sarebbe stato emesso agli stati membri così da "preservare la coesione europea e l’integrità della sua unione monetaria".

di C.A.R, con la collaborazione del corrispondente presso le istituzioni Ue Giuseppe Papalia

Ieri sera l’Europarlamento ha bocciato un documento sugli aiuti economici da destinare ai paesi colpiti dall’epidemia di coronavirus, che proponeva di utilizzare gli eurobond o sistemi di mutualizzazione del debito.

Nello specifico l’emendamento, proposto dai Verdi, prevedeva di dividere a livello europeo parte del debito che sarebbe stato emesso agli stati membri così da “preservare la coesione europea e l’integrità della sua unione monetaria”.

Tale emendamento però, non ha trovato il favore degli europarlamentari che l’hanno bocciato con 326 voti a sfavore, contro i 282 favorevoli e 74 astenuti. 

A lasciare perplessi però, è il voto dei rappresentanti di Lega e Forza Italia, che hanno deciso di bocciare il documento votando a sfavore.

Stupisce infatti come gli eurodeputati della Lega possano aver votato contro un emendamento che promuoveva, di fatto, l’emissione di bond europei, soprattutto considerati i numerosi proclami che nelle ultime settimane hanno accompagnato l’attività politica leghista. Appena pochi giorni fa, lo stesso Matteo Salvini, con un tweet indicava l’importanza dell’emissione di bond europei, scagliandosi contro il Mes“Eurobond l’unica richiesta che faceva l’Italia? Nisba. Poi diranno che è il Mes “light” (come la mozzarella light) … Ma è una truffa ai danni dei nostri figli.”

E proprio a seguito di questa votazione non sono mancate le polemiche con i Verdi e il M5S pronti ad attaccare la Lega, rea, secondo loro, di aver tradito la fiducia degli italiani dato che, con un loro voto favorevole, l’emendamento sarebbe passato. In particolare, sono risultate molto dure le parole dell’esponente M5S, Stefano Buffagni, che ha tuonato: “Fa rabbia, da italiano, perché con i voti della Lega quell’emendamento sarebbe stato approvato e oggi avremmo un’arma in più sui tavoli negoziali. Salvini tradisce l’Italia “.

La risposta della Lega tuttavia non si è fatta attendere, con gli europarlamentari leghisti che hanno respinto al mittente le accuse affermando di non essere mai stati favorevoli ai bond europei:

“Ancora una volta, vergognosa strumentalizzazione dal M5s che, per distogliere l’attenzione dalle disastrose scelte del governo Conte in Italia e in Europa, se la prende con la Lega. Rivendichiamo che noi, a differenza del M5s e di Conte non siamo mai stati a favore dello strumento Coronabond, che corrisponderebbe alla totale cessione di sovranità all’Ue“.

Per provare a fare chiarezza sulla vicenda è intervenuto anche l’eurodeputato di Forza Italia, Stefano Salini, che attraverso un post su Facebook ha spiegato le proprie ragioni circa il voto negativo all’emendamento: “Al Parlamento Ue c’è gente che legge ”l’emendamento-supercazzola“ dei Verdi, inutile e propagandistico, ma non legge la risoluzione che abbiamo votato, e che chiede esattamente ciò che vogliono tutti: emissioni di debito comune garantite dal bilancio Ue. La differenza è tra chi si diverte a fare emendamenti ‘fighetti’ e chi invece vuole mettere l’Eurogruppo con le spalle al muro. Se uno ha voglia di leggere il testo della risoluzione, bene; altrimenti fa solo il furbo. Il resto è spazzatura”.

Analizzando la risoluzione menzionata dall’eurodeputato, risultano particolarmente rilevanti i punti 17 e 23, nei quali vengono invitati l’UE e gli stati membri a “proporre un massiccio pacchetto di investimenti per la ripresa e la ricostruzione a sostegno dell’economia europea dopo la crisi, che vada al di là di ciò che stanno già facendo il meccanismo europeo di stabilità, la Banca europea per gli investimenti e la Banca centrale europea” e ad “ad attivare i 410 miliardi di EUR del meccanismo europeo di stabilità con una linea di credito specifica”.

Anche l’esponente di Fratelli d’Italia, attraverso un post di Facebook, ci ha tenuto a sottolineare come il voto contro la risoluzione finale del Parlamento europeo, sia perché “siamo convinti che non sia quella la strada per far ripartire l’Italia”. Purtroppo – ha proseguito – in Europa “c’è ancora chi crede di poter fare troppa ideologia in questo particolare momento”, che“non ha capito che c’è bisogno di strumenti finanziari che diano liquidità certa e immediata, senza che tutto questo abbia ripercussioni sul debito pubblico di ciascun Paese UE”, per questo – ha rilanciato – “abbiamo votato coerentemente a favore di tutte le proposte che in questa fase possano essere utili all’Italia (coronabond, recovery bond) e detto NO all’introduzione del MES”, che rappresenta “una minaccia per la nostra sovranità”.

Sicuramente la bocciatura di questo emendamento è un fatto che sarà destinato a generare numerose polemiche. Stante la difficile situazione economico-sanitaria europea, il fatto che Lega e Forza Italia abbiano votato no agli eurobond sarà certamente fonte di dibattiti e discussioni, così come dimostra un video dal tono abbastanza acceso dell’economista della Lega Antonio Maria Rinaldi:

La partita è ancora aperta ma il clima comincia ad essere decisamente infuocato.

Riguardo l'autore

giuseppepapalia

Classe 1993. Giornalista pubblicista, consulente di comunicazione per i deputati al Parlamento europeo, corrispondente da Bruxelles. Una laurea in scienze della comunicazione e una magistrale in giornalismo con indirizzo “relazioni pubbliche” all'Università degli studi di Verona. Ha collaborato con alcuni giornali locali, riviste di settore e per alcune emittenti televisive dalle istituzioni europee a Bruxelles e Strasburgo. Con TotalEU Production dal 2019, ho collaborato in qualità di social media manager e consulente di comunicazione politica.